Monza: com’è fatto l’atteso campus scolastico dell’ex Macello

Il progetto di fattibilità è pronto, per l’ex Macello di Monza, a partire dall’insediamento della scuola primaria Citterio. Ma ci sono ancora ostacoli legali. E il rischio è perdere i finanziamenti.
Il progetto di fattibilità per l’ex Macello
Il progetto di fattibilità per l’ex Macello

Un campus così, da queste parti, non si era visto mai. Eppure il “Progetto di fattibilità tecnica ed economica per la nuova scuola primaria Citterio quale parte di un polo scolastico innovativo nell’area dell’ex macello” proietta la città nel futuro. Carte alla mano – la sua ultima versione è datata dicembre 2018, la precedente luglio 2017 – quello che potrebbe prendere vita in una delle aree più a lungo dismesse della città è un progetto che integra una differente concezione dello spazio scolastico (e, di conseguenza dell’apprendimento) a un recupero e a una riqualificazione di alcuni dei corpi di fabbrica ancora esistenti: il tutto nel nome della sostenibilità ambientale e all’insegna di un uso degli spazi quanto più flessibile e polifunzionale.

Monza: com’è fatto l’atteso campus scolastico dell’ex Macello
Il progetto di fattibilità per l’ex Macello

E allora il progetto: “Il nuovo corpo delle aule della scuola Citterio è stato collocato nel centro dell’area, sul sedime che un tempo ospitava il Macello Bovini, crollato nel 1985 e successivamente demolito, di cui ne riprende le proporzioni e i volumi. La nuova scuola si inserisce in un contesto protetto e di sicuro valore naturalistico, in stretta relazione con gli edifici di maggiore importanza che saranno restaurati per le attività di servizio alla didattica”: il suo accesso avverrebbe da via Procaccini. E ancora: “La scuola media Bellani si colloca invece sul margine nord-est dell’area, completando la cortina del recinto su via Buonarroti sul lato opposto delle attività di servizio che quindi possono essere utilizzate da entrambi. La nuova palestra è collocata sul margine nord, al perimetro. Questo schema funzionale, con la didattica ai lati dei servizi comuni, esalta la centralità delle attività collocate negli edifici storici di maggior pregio che diventano luoghi di incontro, di scambio, di socialità”.

Perché il campus è stato ideato per vivere anche oltre l’orario scolastico: per essere aperto non solo al quartiere, ma a tutta la città. Sulla cartina si distinguono l’auditorium, la mensa, i laboratori, la biblioteca e la palestra: un progetto «davvero mai visto», spiega il vicesindaco Simone Villa, «ma cristallizzato dal contenzioso ancora in corso con Hi Senses, a cui resta il diritto di superficie dell’area.

E fino a quando tutto questo non si risolve, non sarà possibile procedere». Impossibile per ora «ipotizzare le tempistiche legali e, di conseguenza, quelle dedicate ai successivi step di progettazione. Di sicuro si procederà su due binari paralleli: per quanto riguarda la Citterio il Comune può contare da anni su un mutuo stipulato per spostare la primaria che ha le pareti in cemento-amianto». Per la media Bellani, invece, si prevedeva la possibilità di utilizzare un finanziamento da parte di Miur e di Inail: «Ma se la situazione non si sblocca rischiamo di perderlo, anche se l’emergenza sanitaria ha congelato l’iter di tanti progetti. In questo caso per fortuna. Comunque il tempo a disposizione non è illimitato».

Il progetto del polo scolastico innovativo è stato ereditato dalla precedente amministrazione, che ne dava annuncio nel 2015 e che ora, all’opposizione, non si capacita di come «sia possibile che tutto risulti ancora bloccato», commentano l’ex primo cittadino Roberto Scanagatti e l’ex assessore alla Partecipazione Egidio Longoni, che all’epoca avevano avviato una progettazione partecipata con i docenti e il comitato genitori, la consulta di quartiere e le società sportive: «Nel momento in cui Hi Senses ha ricevuto il risarcimento, la questione si sarebbe dovuta concludere», commentano. Di tutt’altro avviso il vicesindaco Villa: «Di quel vincolo qualcuno si sarebbe dovuto accorgere», ribatte.