Monza, centinaia di pesci morti nel Lambro: ipotesi sversamento

Centinaia di pesci morti nel Lambro: gli animali sono stati avvistati fin dalla mattina di mercoledì a San Rocco, ma col passare delle ore le segnalazioni hanno interessato tutto il tratto monzese fino al parco. Ipotesi sversamento.
Monza Lambro Moria pesci
Monza Lambro Moria pesci Fabrizio Radaelli

Le prime segnalazioni alle Guardie ecologiche volontarie sono arrivate nella mattina di mercoledì 4 luglio, di buon’ora, e con il passare del tempo non hanno fatto altro che moltiplicarsi: centinaia di pesci morti nel letto del Lambro non passano certo inosservati. L’ipotesi al momento più accreditata è che la moria possa essere stata causata da uno sversamento di sostanze inquinanti nelle acque del fiume. Carpe, cavedani e barbi sono morti a decine.

Immediato l’intervento delle Gev che hanno segnalato l’accaduto ad Arpa e Ats. Mercoledì mattina si credeva che i ritrovamenti fossero concentrati a San Rocco, nel tratto del Lambro compreso tra via Carnia e via Monte Santo, a ridosso della nuova centralina idroelettrica – molti i pesci che sono rimasti incastrati tra le sue grate.

Con il passare delle ore, però, segnalazioni di ritrovamenti hanno riguardato anche altre zone della città: da San Rocco all’indietro fino a via Ghilini, e poi via Mentana, il ponte dei Leoni e quello di san Gerardino. Pesci senza vita sono stati ritrovati anche nel tratto di fiume che scorre all’interno del parco.


«Alla mattina le acque del Lambro erano ancora molto torbide a causa del temporale che si è scatenato su gran parte della Brianza nella sera e nella notte di martedì 3 luglio – hanno spiegato le Gev – poi, la corrente si è calmata e le acque sono diventate più limpide. E hanno mostrato centinaia di pesci senza vita. Decisamente minore il numero di quelli ancora boccheggianti».

Tecnici dell’Ats al lavoro nelle prime ore del pomeriggio di mercoledì per raccogliere campioni ed effettuare tutte le analisi necessarie: si sono visti all’opera anche in diversi punti del centro storico.

L’ipotesi di uno sversamento volontario di inquinanti, realizzato da qualche azienda o qualche realtà a monte del corso del fiume sembra prendere sempre più corpo: «Non sarebbe certo la prima volta – ha commentato Gianni Pelli, delle Gev di Monza – in cui qualche azienda approfitta di un grosso temporale per liberarsi di rifiuti». Mentre le autorità competenti indagano, la sezione locale di Legambiente condanna amaramente l’episodio.

«Abbiamo ritrovato centinaia di pesci morti anche nell’oasi di piazza Castello – ha riferito Atos Scandellari, portavoce del circolo Alexander Langer di Monza che si è subito interessato di quanto accaduto – Purtroppo negli anni abbiamo raccolto una lunga lista di episodi del genere: il fenomeno degli scarichi abusivi resta una costante per un territorio come il nostro, che avrebbe bisogno di maggiori controlli».