Monza: bullismo a scuola, al Ferrari la lezione della Iena Viviani

La Iena Matteo Viviani ha incontrato gli studenti di Monza per parlare di bullismo. È successo all’istituto Ferrari in un appuntamento organizzato da genitori e docenti dopo alcuni episodi successi nella scuola.
iena ferrari matteo viviani
iena ferrari matteo viviani Alessandra Sala

La Iena Matteo Viviani ha incontrato gli studenti di Monza per parlare di bullismo. All’istituto Ferrari genitori e docenti delle classi prime 1APA (servizi culturali dello spettacolo) e 1BMM (manutenzione e assistenza tecnica) durante un consiglio di classe, con l’avallo della dirigente Renata Cumino, hanno deciso di invitare la Iena dopo alcuni fenomeni di bullismo accaduti.

Oltre alle sanzioni che la scuola ha imposto allo studente responsabile è stata condivisa l’idea di coinvolgere una personalità nota per renderli consapevoli.

Viviani alcuni anni fa aveva realizzato un servizio proprio sull’argomento, da lì è partito l’incontro con le classi: ha cercato di stimolare il confronto raccontando la sua storia di vittima di bulli e questo ha fatto aprire gli studenti. Le testimonianze hanno sottolineato l’importanza della condivisione (“Mi ha fatto bene sapere di non essere l’unica a cui era capitato un episodio simile. Ora sono più serena e capace di difendermi”), della presa di coscienza del fenomeno e dei propri atteggiamenti (“Pensavo che i bulli fossero solo a scuola invece non è così. Può capitare ovunque, è un fenomeno da non sottovalutare. Devo imparare a gestire i miei atteggiamenti, spesso faccio battute ma possono essere fraintese. Cercherò di comportarmi con maggiore rispetto verso gli altri. Se mi capita di assistere a un episodio di bullismo non devo stare zitto ma aiutare la vittima e chiedere aiuto”).

L’incontro con Viviani ha dato il via anche a un percorso che vedrà coinvolte le due classi nei prossimi mesi, con il coinvolgimento della psicologa della scuola. «Viviani ha scosso i ragazzi – spiega Lorena Cantarelli, docente del Ferrari – Siamo partiti dal tema “100 anni dalla fine del primo conflitto” per affrontare l’ampio argomento dei conflitti anche quelli tra pari che svilupperemo all’interno dell’unità di apprendimento. Nel corso della mattinata con Viviani il “bullo” si è aperto dichiarando di essersi reso conto, dopo averlo ascoltato, che non immaginava quanto il suo comportamento avrebbe potuto danneggiare l’altro».

Una sorta di presa di coscienza, anche dopo la sanzione imposta dalla scuola. «I ragazzi sono più consapevoli – conclude la docente – di quanto non si debba essere “omertosi” in casi simili anzi. Hanno colto il messaggio che “siamo tutti responsabili” perché facciamo parte di una società e ognuno deve fare la sua parte, prendendo una posizione».