No a slot machine e video lotterie a Monza, sì a totocalcio, schedine, scommesse ippiche, lotto e bingo: è la strada che il municipio percorrerà per tentare di contrastare la ludopatia. Nel consiglio comunale della scorsa settimana , a larghissima maggioranza, è stato approvato il regolamento per la prevenzione delle patologie causate dal gioco d’azzardo lecito che recepisce la legge regionale e impedisce l’apertura di sale gioco e l’installazione di macchinette mangiasoldi a meno di 500 metri da scuole, oratori, luoghi di cura e centri di aggregazione per ragazzi e anziani. Dal testo sono spariti gli orari in cui spegnere i dispositivi, inseriti nella prima stesura, che, per evitare possibili ricorsi, saranno fissati dal sindaco Dario Allevi con un’ordinanza.
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Anna Martinetti di Monza per Maffè, la più attiva in aula su questo fronte, ha accusato la giunta Scanagatti di aver rallentato la regolamentazione di un fenomeno che ha ridotto sul lastrico molte famiglie.
«Questo – ha precisato – non è un atto contro i tabaccai, ma uno strumento per far capire che esiste un’etica» che dovrebbe spingere a fermare chi staziona per ore di fronte alle macchinette.
Sembrano di diverso parere i titolari di bar e locali in cui si gioca, parecchi dei quali hanno seguito il dibattito dai banchi del pubblico. La consigliera ha proposto di istituire un tavolo provinciale con l’obiettivo di arrivare all’approvazione di un articolato unico per tutti i 55 comuni del territorio.
«Questo testo – ha replicato l’ex assessore Pd Egidio Longoni – può essere approvato grazie al monitoraggio dei luoghi sensibili che abbiamo fatto noi». Le amministrazioni poco attente, ha detto, erano altre dato che «durante il Monzapiù del 2010 all’arengario è stato allestito un casinò all’aperto». Il documento, ha riassunto Marco Negrini di Noi con Allevi, affronta «con un approccio interdisciplinare il problema della ludopatia e lo valuta sotto gli aspetti economici, sociologici e clinici». «Capisco – ha commentato Alberto Mariani del Grande Nord – chi, colpito dalla crisi e allettato dai ricavi, accetta di installare le slot machine ma sono contrario».
Il regolamento è stato approvato con 25 voti di tutti gli schieramenti e l’astensione di Paolo Piffer di Civicamente che lo considera «socialmente inefficace, politicamente ipocrita e un filo proibizionista» ed è convinto che «limitare la libertà delle persone» non sia una scelta giusta. È sulla stessa lunghezza d’onda il democratico Marco Lamperti che non ha partecipato alla votazione.