Monza: agenti aggrediti da un detenuto che stavano accompagnando in ospedale

Due agenti della polizia penitenziaria sono stati aggrediti da un detenuto su un'ambulanza. La richiesta dei sindacati.
Polizia penitenziaria
Polizia penitenziaria

È successo di nuovo: l’aggressione di un detenuto ai danni di due agenti della polizia penitenziaria. Il fatto è successo il 17 aprile a bordo dell’ambulanza che trasportava il giovane detenuto all’ospedale San Gerardo di Monza per alcuni accertamenti, dopo che aveva ingerito alcuni oggetti nelle ore precedenti.

Monza: agenti aggrediti da un detenuto, è successo su un’ambulanza

Sull’ambulanza insieme al personale sanitario si trovavano anche due agenti della casa circondariale. Il giovane è riuscito a sottrarre una penna a una delle operatrici della Croce rossa e con questa ha tentato di ferirsi. Immediata la reazione dei due agenti che hanno cercato di bloccare il ragazzo che si è poi scagliato con calci e pugni contro i due. Solo a fatica i due poliziotti, insieme al personale sanitario, sono riusciti a bloccare il detenuto che ha poi continuato a protestare anche una volta giunto al pronto soccorso, dove sono arrivati altri agenti della penitenziaria in soccorso dei colleghi feriti. I due agenti sono stati medicati e dimessi con una prognosi di cinque giorni ciascuno per le percosse subite.

Monza: agenti aggrediti da un detenuto, l’organizzazione sindacale torna a chiedere dispositivi di protezione

A raccontare i fatti è Giuseppe Bolena, vice segretario regionale dell’Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria, che torna a chiedere l’introduzione di dispositivi di protezione per gli agenti della polizia penitenziaria.

«Le misure di contrasto dello Stato contro questo genere di utenza sono del tutto insufficienti e inefficienti – spiega Bolena – Per soggetti così pericolosi evidentemente non bastano le sanzioni disciplinari o le querele. L’adozione di dispositivi di protezione passiva per gli agenti e l’utilizzo dei taser non sono più rinviabili: la politica se ne faccia carico. Non bastano più i proclami o le parole di circostanza».