La sua carrozzeria ha chiuso i battenti il 28 febbraio e una decina di giorni dopo è mancato anche lui, Giovanni Tedesco, classe 1937. Una coincidenza che era inevitabile rilevare. Con la chiusura della Carrozzeria Tripolina in ogni caso, va in archivio una vicenda significativa della storia dell’artigianato a Monza.
Nel nome della Carrozzeria di via Silvio Pellico, infatti, era condensata l’avventura imprenditoriale del suo fondatore. Che, l’aveva appunto chiamata Tripolina, nel ricordo della sua lunga e impegnativa permanenza in Libia. Tedesco, nato a Roncade in provincia di Treviso, primogenito di papà Primo e mamma Maddalena, a soli otto mesi si ritrova neonato in Libia. Gli emigranti, allora, eravamo noi.
La Libia era la terra promessa per chi cercava un futuro migliore. Giovanni non cerca altro: a soli 20 anni apre una carrozzeria-officina nei pressi di Tripoli. Negli anni l’attività si espande, i dipendenti arrivano a essere una decina.
La situazione, però, evolve drammaticamente nel 1970, con il colpo di stato di Gheddafi. Gli italiani devono lasciare rapidamente il paese. Nel 1970 Giovanni, la moglie Irma e il figlio Tiziano arrivano a Monza. In Brianza Tedesco trova le condizioni giuste per ripartire: nel 1971 ristruttura un capannone dismesso in via Pellico e ricomincia, motivato come prima, più di prima.
Nel 2022 Apa Confartigianato lo aveva premiato per i 50 anni di attività della «sua» azienda. Negli ultimi tempi la Carrozzeria era gestita dai figli Tiziano, Tatiana e Tania. I quattro dipendenti sono stati tutti ricollocati.
«Il periodo del Covid – precisa Tiziano – ha costituito un duro colpo per la nostra attività. Poi Tania si è trasferita in Francia per motivi di lavoro. Eravamo rimasti solo io e Tatiana. Anche papà aveva riconosciuto la necessità di fare questa scelta. Una decisione che, ovviamente, abbiamo infine preso a malincuore».