È scomparso improvvisamente a Monza lunedì pomeriggio, a 85 anni, il professor Costantino Mangioni, tra i più autorevoli clinici italiani nel campo della ginecologia. Era al lavoro nel suo ambulatorio in zona parco e si apprestava a ricevere una paziente quando è stato colto da un malore improvviso e fatale.
Laureato in Medicina e chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano è stato per diversi anni titolare della cattedra di Ostetricia e Ginecologia presso il dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università Milano Bicocca, nonché direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica del San Gerardo oggi retta da un suo allievo.
Due anni fa, in occasione dei vent’anni dalla nascita dell’Università Bicocca, aveva partecipato alla ricorrenza da protagonista. Era stato infatti Mangioni per primo a lasciare la Clinica Mangiagalli di Milano per approdare a Monza nel 1981 e creare un ospedale di insegnamento in villa Serena, erano gli albori della nuova università.
«Quando arrivai a Monza – aveva ricordato prendendo la parola – la trattativa fu estenuante. Riuscii a portarmi un bel gruppo e creare un reparto di ostetricia e ginecologia. All’inizio degli anni ’80 erano più le interruzioni di gravidanza dei parti, in pochi anni creammo un centro nascita importante, tanto che la clinica Zucchi chiuse la maternità».
Il sito della Clinica ginecologica del San Gerardo lo ricorda come un uomo animato da grande passione, inestimabile cultura e competenza, pioniere nel campo dell’oncologia ginecologica di cui aveva ampliato le conoscenze grazie a trasferte all’estero, soprattutto negli Stati Uniti.
«Una grande perdita – commenta Maria Grazia Valsecchi a capo del Dipartimento di Medicina e Chirurgia – ho un ricordo personale perché da laureata in matematica ho iniziato a fare ricerca con lui per un trial nazionale sul tumore ovarico: avevamo formazioni così diverse, ma abbiamo imparato ad ascoltarci ed interagire. Era un uomo di sostanza che ci teneva moltissimo alla formazione di bravi medici che dovevano essere formati sul campo, nei reparti».
La ricerca era per lui la strada maestra per curare al meglio le pazienti e sin dal suo arrivo a Monza aveva investito in termini di personale e di spazi sull’oncologia, senza trascurare gli altri aspetti della ginecologia, potenziando la diagnostica, innovando la tecnica chirurgica e inaugurando, tra i primi in Italia, un reparto di oncologia medica ginecologica per i trattamenti chemioterapici specifici per i tumori ginecologici.
Il funerale è previsto giovedì alle 10.45 nella Basilica di San Nicolò a Lecco.