C’è una Brianza che vive a un passo dal cielo, sull’alto dei monti, nei rifugi che portano il nome di città o di personaggi a legati alla vita delle comunità brianzole.
Cominciamo dal capoluogo. Sulle pendici meridionali del Resegone, a quota 1173, in località Erve, nei pressi del Pass del Fo, si trova la Capanna Monza o, meglio, la Capanna Alpinisti Monzesi. La prima pietra di questo edificio venne posta il 25 luglio 1909 grazie all’iniziativa della Società Alpinisti Monzesi e due anni dopo, il 10 giugno 1911, venne inaugurato ufficialmente. Ben presto divenne la meta degli escursionisti che dalla città partivano verso la montagna, oltre che un punto di appoggio per coloro che scalavano le pareti del Resegone. Nel 1924, anno in cui si disputò la prima edizione della “Monza-Resegone”, la Capanna divenne il punto di arrivo della mitica gara che conduce appassionati corridori dal centro di Monza fino alla vetta.
Il Bivacco Stefano Borghi del Cai Monza si trova in Valnontey, in Valle d’Aosta, a quota 2686 metri, ai piedi del ghiacciaio della Tribolazione, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Inaugurato nel 1979, è dedicato alla memoria di Stefano Borghi, un giovane socio del Cai Monza, deceduto in montagna. Il bivacco è stato completamente ridipinto nell’agosto 2001 grazie alla sezione monzese del Cai Si raggiunge da Valnontey (4h).
Il Bivacco Antonio Manzi-Gianni Pirotta sorge a 2538 metri nell’alta val Torrone, nel comune di Val Masino, in provincia di Sondrio. Di proprietà del CAAI (Cai. Accademico), ha sostituito il vecchio bivacco Manzi, costruito nel 1947 in memoria del tenente degli alpini Antonio Manzi, comandante partigiano, fucilato a Fossoli il 12 luglio 1944. La nuova struttura è stata voluta da un gruppo di amici di Gianni Pirotta, istruttore della scuola di alpinismo del Cai Monza, vittima di un incidente in montagna nel marzo del 1993. Dopo la posa della prima pietra, avvenuta il 2 novembre 1994, il nuovo bivacco è stato inaugurato il 4 settembre 1995. La sezione monzese del Cai conserva viva la memoria del suo istruttore ed è molto legata a questo bivacco tanto da aver collaborato alle opere di ristrutturazione. Si accede da San Martino (5h) e costituisce un ottimo punto di appoggio per raggiungere alcuni rifugi della zona e per ascensioni sui Pizzi Torrone, sulla Punta Ferrario e sulla Costiera del Cameraccio.
Il Bivacco Andrea Oggioni del Cai Monza sorge nel colletto del Disgrazia, alla base della cresta Est-nord-est del monte, a quota 3151 metri. Il vecchio bivacco, che era stato inaugurato nel 1965 e dedicato alla memoria del forte alpinista villasantese Andrea Oggioni dei Pell e Oss Monza, scomparso a 30 anni in una notte di tempesta tra il 15 e il 16 agosto 1961 nel corso di un tentativo di ascensione al Monte Bianco, è stato sostituito da un nuovo ricovero, posato il 28 ottobre 1995. Si raggiunge da Chiareggio (5-6 h).
Il Rifugio Maria e Alberto ai Brentei di proprietà del Cai di Monza ed è in fase di ampliamento e ristrutturazione e per questo resterà ancora chiuso.
È situato sotto il Crozzon di Brenta, nella zona centrale del gruppo di Brenta, allo sbocco del vallone dei Brentei, sul versante che guarda Madonna di Campiglio e il Gruppo dell’Adamello-Presanella. Il rifugio è stato gestito per 62 anni dal famoso alpinista Bruno Detassis, definito il “Re del Brenta” e dal figlio Claudio. Dal 2009 la gestione è passata alla guida alpina Luca Leonardi con la moglie Antonella e i figli Michele e Gabriele.
Si accede da Madonna di Campiglio per i Casinei (2h) o da Sant’ Antonio di Mavignola per la Val Brenta (3h 30′). Info: tel. 0465 804457; 328 7571463, info@rifugiobrentei.it.
Il Rifugio Antonio ed Elia Longoni del Cai Seregno si trova in Val Malenco a 2450 metri. La sua costituzione risale al 1936 quando l’allora presidente della sezione Alfonso Rossi e i consiglieri pensarono di aprire un rifugio in quella zona che da secoli costituiva un’importante via di comunicazione. Il 10 luglio 1938 l’edificio, dedicato ai seregnesi fratelli Antonio ed Elia Longoni caduti nella Prima Guerra Mondiale, venne aperto con una cerimonia religiosa celebrata da don Paolo Colombo alla presenza della madrina Ida Silva, madre di Franco Silva, presidente del Cai.
Nel 1947 l’allora presidente della sezione Antonio Trabattoni e i suoi consiglieri decisero un ampliamento dell’edificio al quale contribuirono generosamente i soci. Altri lavori vennero eseguiti in anni più recenti. Il rifugio dispone persino di una webcam puntata sui ghiacciai del Disgrazia per controllarne le condizioni.
Oggi il Longoni è uno dei punti di appoggio del Sentiero Italia Cai, il più lungo trekking mondiale di 7000 kilometri che percorre il nostro paese. Info: tel. 0342.451120; 348.3110010. Ottima base di partenza per ascensioni e traversate, si raggiunge da Chiareggio (2h30); da san Giuseppe (2h30); da Passo Maloja (7h).
Il Bivacco Colombo del Cai Seregno si trova a 3486 metri nel Gruppo del Cevedale, sotto la cima del Monte Rosole. Fu inaugurato il 6 settembre 1959 a ricordo di padre Giancarlo Colombo, sacerdote gesuita seregnese caduto in montagna nel 1957, mentre si recava al Rifugio Mantova al Vioz per una celebrazione. L’accesso più facile al bivacco parte è quello dal Rifugio Larcher posto a 2607 m. in Val Venezia, nel Comune di Pejo. Altri accessi sono più lunghi e complessi e sono adatti solo ad alpinisti esperti che sappiano muoversi in alta quota anche in condizioni di ghiaccio e neve.
Il Rifugio Carate Brianza, detto anche la “Carate”, si trova a 2636 metri nelle vicinanze della Bocchetta delle Forbici, nel grande comprensorio del Bernina. Venne costruito come deposito nel 1916 dagli Alpini che erano di stanza alla capanna Marinelli. Nel 1926 venne ceduto all’Unione Escursionisti Caratesi che provvidero a ristrutturarlo e ad ampliarlo. Il rifugio rimesso a nuovo fu inaugurato il giorno di ferragosto del 1927. È raggiungibile a piedi da diversi sentieri e ciò consente di ammirare paesaggi diversi ed effettuare escursioni con vari gradi di difficoltà. La via di accesso più utilizzata è quella che parte da Campomoro a quota 1990 (2h30) che si raggiunge salendo da Chiesa Valmalenco. Altre vie sono quelle che partono da Valle dello Scerscen -Cimitero degli Alpini (1h30 ) e da Diga di Gera-Rifugio Bignami Bocchetta (3h30). Info: tel. 349 6340781; 0342 452560; rifugiocarate2636@gmail.com.
Il Rifugio Città di Lissone del Cai Lissone si trova nel comune di Saviore dell’Adamello, in provincia di Brescia, a 2020 metri, in Valle Adamè, ai piedi dell’Adamello. In origine era un fabbricato appartenuto all’Enel che venne utilizzato durante la Grande Guerra come comando di un reparto Alpini. Nei primi anni Settanta l’edificio venne acquistato dal Cai Lissone che lo ristrutturò e trasformò in rifugio “battezzandolo” con il nome della cittadina brianzola. Nel 1986 il rifugio fu vittima di un incendio e per questo dovette essere ricostruito e ampliato. La nuova inaugurazione avvenne l’8 settembre 1991. Si raggiunge da Cedegolo per poi arrivare a Malga Lincino da dove parte un sentiero (1h). Info: tel. 0364 638296; 0364 638232; 347 3323864; rifugiolissone@gmail.com.
Il Bivacco Città di Macherio del Cai Macherio è una costruzione in legno all’interno e in lamiera rossa all’esterno che si trova a 2590 metri su uno sperone roccioso nella Conca del Tredenus, in val Camonica, in provincia di Brescia. Per raggiungerlo si parte dal Rifugio De Marie al Volano a quota 1390 metri (3.30 h) lungo un percorso segnalato con il sentiero n.16.
Il Rifugio Mario del Grande e Remo Camerini si trova alla Bocchetta Piattè di Vazzeda a 2580 metri di altitudine nel gruppo Masino-Bregaglia-Disgrazia. Fu costruito nel 1937 da un gruppo di amici per ricordare Mario Del Grande, caduto in montagna sulla Punta Rasica nel 1936 e Remo Camerini, precipitato nel 1926 dal Sigaro in Grigna Meridionale, che in seguito lo donarono alla sezione del Cai di Milano. L’edificio, vittima di atti di vandalismo oltre che delle intemperie fu più volte ristrutturato finché le sue condizioni divennero assai precarie. Nel 1985 Il Cai Milano assegnò quello che era diventato un rudere al Cai Sovico che con grande passione lo rimise a nuovo. Il 12 novembre 2001 il Cai Milano firmò l’atto di passaggio di società alla sezione brianzola che, grazie anche a finanziamenti del Cai nazionale e della Regione Lombardia effettuò ulteriori interventi per renderlo sempre più accogliente. Si raggiunge da Chiareggio (3h); Chiareggio-Forbesina (3h); Capanna Forno, in Svizzera ( 3h30) Info: 0342 556010.
Il Rifugio Bosio Galli, intitolato al primo presidente del Cai Desio Carlo Bosio si trova a 2086 in Valle Airale (Valmalenco), località Santa Maria. Originariamente denominato Capanna Airale fu costruito da privati nel 1924. Dieci anni dopo fu acquisito dal Cai Desio. La costruzione in muratura venne in seguito ingrandita. Nel 1997 al nome di Bosio venne aggiunto anche quello della figlia Anna Bosio Galli. Si raggiunge da Chiesa Valmalenco (3h): da Alpe Piasci (1h30); da Primolo (3h30). È un ottimo punto di partenza della 2° tappa dell’Alta via della Valmalenco.Info: 0342 451655; 347 3626860; rifugiobosio@gmail.com.
Risulta inagibile il Rifugio Desio in Alta Val Torreggio per pericolo di crollo. Fu inaugurato nel 1924 al posto del rifugio di Corna Rossa.
Chiuso per ora anche il Bivacco Regondi Gavazzi che si trova a 2590 metri a Morion, in Valle d’Aosta. Fu costruito nel 1952 per ricordare Nino Regondi, giovane alpinista scomparso in un incidente stradale. Nel 1995 è stato sostituito da una più confortevole struttura di legno e intitolato, oltre che a Nino Regondi anche Pietro Gavazzi, presidente della sezione Cai di Desio. Il bivacco è in comproprietà con la Sezione di Bovisio Masciago.
Non è ancora aperto nemmeno il Bivacco Angelo e Seconda Calderini eretto nel 1970 a 2486 metri in alta Valtellina. Non appartiene più al Cai Desio il punto di appoggio Adriano Sironi posto a 2066 metri tra la Val Vigezzo e la Val d’Ossola così come il rifugio Pio XI, in Val Venosta, Alto Adige. La storica struttura, ora ricostruita, intitolata al desiano papa Ratti, risaliva al 1893.
In Val di Vizze, in provincia di Bolzano, esisteva il Rifugio Città di Monza, affidato alla sezione monzese del Cai. In origine si chiamava Gran Pilastro, o meglio Hochfeilerhütte poiché fu costruito nel 1881 dal Club Alpino Austriaco. Negli anni Sessanta nel corso degli attentati per l’autodeterminazione dell’ Alto Adige la struttura fu occupata da alcuni secessionisti. Nel 1967 il rifugio fu distrutto c’è chi dice per una valanga, chi, invece propende per un atto terroristico. Negli anni Ottanta il Sudtiroler Alpenveiren di Vipiteno ha realizzato un altro edificio denominato “Gran Pilastro- Hochfeilerhütte” nelle vicinanze.