Gherardo Colombo .- grazie all’interessamento della docente referente Orietta Forte – ha incontrato gli alunni dell’istituto superiore lissonese Meroni. Una mattinata di confronto partita da una riflessione sullo stato di salute della Costituzione con un botta e risposta con gli alunni delle classi quinte. “Da tempo avevamo in mente di ospitare Gherardo Colombo per un confronto con i ragazzi sul tema delle regole- spiega la dirigente Valentina Calì– strettamente legate alla nostra Costituzione. È stato molto bravo nel trasformarla in una “persona” che comunica con i ragazzi”.
Mattinata di confronto sulla Costituzione con gli studenti di quinta del Meroni di Lissone
Come ben riassunto nel tema della giornata “Gherardo Colombo e la Costituzione dialogano con la comunità scolastica” l’ex magistrato, partendo da eventi di cronaca quotidiana ha lanciato delle provocazioni perché i ragazzi si aprissero e, la modalità è stata vincente. Diverse le domande poste dagli alunni, dall’applicazione quotidiana delle norme alle leggi create “ad hoc” a seguito di eventi particolari, con una riflessione sulle carceri e la riabilitazione dei detenuti. “La Costituzione è lo strumento che è stato pensato per far star bene il Paese- ha sottolineato Colombo-. Le regole contenute negli articoli, che non tutti conoscono, sono state pensate con questo obiettivo. Ma come potete seguirle se non le conoscete? Sarebbe come giocare ad un videogioco senza sapere le regole, è chiaro che si perde”.
Con riferimento all’episodio recente di una dodicenne che ha accoltellato un compagno per aver fatto la spia Colombo ha fatto un parallelo con il concetto di imbroglio riferito alla diffusa abitudine dei giovani di cercare soluzioni di versioni o problemi matematici online. “Se copiate un compito è un imbroglio e, vi danneggiate da soli- ha detto– perché imparare farsi una cultura rende liberi. I professori, non si accorgono della copiatura? Se fingono di non accorgersi convalidano l’imbroglio e non vi insegnano nulla. Per non parlare delle challange che si susseguono in rete di certo non sono buoni esempi spesso chi le accetta lo fa per farsi notare perché si sente solo o escluso”.