Medici di base: Mariani contro la raccolta firme del Pd a Seregno

Il consigliere comunale Tiziano Mariani (NoixSeregno) ha commentato duramente in una lunga nota la raccolta firme organizzata dal Pd per chiedere garanzie sui medici di base.
Seregno - Tiziano Mariani
Seregno – Tiziano Mariani Paolo Colzani

Il gazebo allestito domenica 8 maggio in corso del Popolo a Seregno dalla sezione locale del Pd, come in altre piazza della regione, per la raccolta di firme per avere garanzie sui medici di base (tre i punti evidenziati: formare più medici di medicina generale aumentando le borse di studio e adeguandone il valore economico a quelle delle altre specialità; incentivare i medici ad esercitare nei luoghi carenti, mettendo a loro disposizione spazi e risorse per i collaboratori di studio; programmare le sostituzioni per tempo al fine di non lasciare i cittadini senza medico), ha fatto prendere carta e penna al consigliere comunale di “NoixSeregno”, Tiziano Mariani.

Mariani contro il Pd: “A cosa servono 14 consiglieri regionali eletti?”

In una lunga nota il seregnese Tiziano Mariani si è domandato: ”A cosa servono i suoi 14 consiglieri regionali eletti (del Pd, ndrI), ma evidentemente la risposta sta nella stessa raffazzonata attività di raccolta firme a Seregno che di fatto li scavalca relegandoli a quella indifferenza solitamente dedicata alla mediocrità. Una iniziativa del tutto strumentale, tesa piuttosto ad avviare una campagna elettorale lunghissima e le cui premesse suscitano perplessità circa la credibilità di chi la propone”.

E poi: “Due anni di pandemia avrebbero dovuto insegnare alla politica quel senso di responsabilità e ritrovata maturità che, invece, ancora pervicacemente il Pd segnala di non avere. Le criticità emerse durante i mesi di lotta al Covid, lotta che segnalo non ancora conclusa, imporrebbero al mondo politico uno sforzo di collaborazione e di condivisione fra le diverse forze politiche, e soprattutto di rispetto verso i cittadini”.

Assistenza sanitaria in Lombardia: la nuova riforma

Poi la riflessione è entrata nel merito dell’assistenza sanitaria. “Regione Lombardia, consapevole delle criticità emerse in particolare nell’assistenza di prossimità durante la crisi pandemica – ha proseguito Marianicircostanza comune all’intero Paese e a pressoché tutti i sistemi sanitari del mondo di fronte a un virus sconosciuto capace di colpire pesantemente quelle aree di territorio fortemente urbanizzate, ad alta mobilità e a intensa operatività globale, ha approvato una riforma del sistema sanitario regionale e in questi mesi la sta realizzando concretamente”.

Il consigliere comunale ha fatto osservare che “prima regione italiana a mettere a terra le risorse offerte dall’Europa attraverso il Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza), 1,2 miliardi di euro, regione Lombardia ha aggiunto altri 800 milioni di euro di fondi propri per avviare entro il 2024, ben 218 Case di Comunità e 71 ospedali di Comunità, oltre a nuovi ambulatori e sostanziosi investimenti in ammodernamento tecnologico di apparecchiature quali ad esempio tac e risonanze. Risorse certe e tempi certi per rispondere alla domanda di maggior attenzione all’offerta sanitaria territoriale attraverso una riforma varata dal consiglio Regionale, con il voto contrario del Pd, ed avallata nel suo impianto complessivo dal Governo, con il voto favorevole anche dei ministri del Pd”.

Riforma sanitaria in Lombardia: «Servizio Sanitario Nazionale decurtato»

Una riforma coraggiosa quella di regione Lombardia – ha sottolineato Marianicapace di ammettere debolezze e intervenire per sanarle, che può finalmente godere di risorse importanti dopo anni di tagli indiscriminati alla sanità. Fra tagli e minori entrate il Sistema Sanitario Nazionale ha, infatti, perso negli ultimi dieci anni 37 miliardi di euro, secondo quanto emerge dal report dell’osservatorio Gimbe “Il definanziamento 2010-2019 del Servizio Sanitario Nazionale”.

Una serie di dati e cifre che indicano come e perché il sistema sanitario nazionale sia in difficoltà.
Il finanziamento pubblico è stato decurtato di oltre 37 miliardi, di cui circa 25 miliardi nel 2010-2015 coi governi Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, tutti targati Pd, per tagli conseguenti a varie manovre finanziarie ed oltre 12 miliardi nel 2015-2019, quando alla Sanità sono state destinate meno risorse di quelle programmate per esigenze di finanza pubblica. In termini assoluti il finanziamento pubblico in 10 anni è aumentato di 8,8 miliardi, crescendo in media dello 0,9% annuo, tasso inferiore a quello dell’inflazione media annua (1,07%)” .

Spesa sanitaria: «I dati Osce»

Il consigliere Tiziano Mariani ha citato i dati Ocse aggiornati al luglio 2019. “Dati che dimostrano che l’Italia si attesta sotto la media europea sia per la spesa sanitaria totale: 3.428 dollari contro 3.980, sia per quella pubblica: 2.545 contro 3.038, precedendo solo i Paesi dell’Europa orientale oltre a Spagna, Portogallo e Grecia. Nel periodo 2009-2018 l’incremento percentuale della spesa sanitaria pubblica si è attestato al 10%, rispetto a una media del 37%”.

Aver falcidiato la sanità italiana per almeno un decennio e poi avere la faccia tosta di sollecitare i cittadini a raccogliere firme per chiedere alla Regione Lombardia di intervenire – ha affermato piuttosto risentito – quando peraltro lo sta facendo osteggiata dal Pd, è una scelta quanto meno imbarazzante, certo di poco rispetto per l’intelligenza delle persone alle quali ci si rivolge. La questione impellente della grave carenza dei medici di medicina generale è sollecitata da tempo da regione Lombardia al Governo, insieme con tutte le altre regioni italiane di qualsiasi colore amministrate, segnatamente al Ministro della Salute Roberto Speranza. Ministro che, con grande correttezza e responsabilità, si sta facendo carico di esaminare una proposta di revisione organizzativa al fine di consentire alle regioni di esercitare almeno parzialmente attività di coordinamento che sino ad oggi non sono di loro competenza”.

Sanità in Lombardia: «Case di Comunità, borse di studio per medici di medicina generale

E ancora: “La disponibilità di ambulatori attrezzati e di spazi all’interno delle Case di Comunità, destinati proprio ai medici di medicina generale e ai pediatri, offriranno importanti condivisioni di impiegati amministrativi, infermieri di famiglia, rapporti con medici specialisti ed uso di macchinari diagnostici sino ad oggi carenti. Favorito anche l’insediamento di cooperative di medici, anche grazie alla concreta e rinnovata collaborazione con i sindaci che potranno contare su consultori presenti in ogni Casa di Comunità e spazi dedicati ai servizi sociali per una presa in carico completa della persona in quanto tale, non solo della malattia”.

In un altro passaggio ha aggiunto: “Regione Lombardia ha aumentato le borse di studio per i futuri medici di medicina generale: saranno circa 1600 quelli formati e diplomati entro il 2025. E sempre regione Lombardia ha chiesto al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica, Cristina Messa, di aumentare le cattedre del corso universitario in medicina generale, oggi presente nel solo ateneo di Modena. Per favorire la scelta di dedicarsi alla medicina di base, regione Lombardia in collaborazione con Aler ha già reperito più di 40 immobili da offrire per ospitare studi medici di prossimità e propone incentivi per coloro che sceglieranno sedi disagiate, specie nelle comunità montane”. Tiziano Mariani ha così concluso:Come evidente, ci sarebbero tutte le opportunità per condividere queste iniziative del tutto destinate al bene comune. Ma qui sta la differenza tra chi lavora per la poltrona, puntando a confermare prebende e guarentigie, e chi invece lavora concretamente e con impegno, certo senza bacchetta magica e senza raccontare favole ai cittadini”.