Sei mesi in Etiopia, sei mesi tra i bambini. Laura Confalonieri, medese, 30 anni compiuti solo una settimana fa, è volata lunedì 25 giugno a Wolisso, dove trascorrerà un tirocinio come specializzanda in pediatria. Una scelta maturata grazie a Medici con l’Africa Cuamm e al Jpo (Junior project officer), percorso che, in più di 15 anni, ha permesso a 150 specializzandi, provenienti da oltre 20 università italiane, di effettuare un periodo di tirocinio in Africa.
A Meda tutti tifano per Laura e la sua nuova esperienza, professionale e umana. Mamma Elena e papà Attilio non solo hanno condiviso la scelta della figlia, ma addirittura si sono attivati per sostenerla nelle tante procedure burocratiche. Del resto, la famiglia Confalonieri, non è nuova a questo tipo di esperienze. Papà Attilio, qualche anno fa, scelse, nel ruolo di responsabile di gestione, di occuparsi di un ospedale in Zambia per due anni. In casa, si è sempre respirata aria di mondialità e il desiderio di impegnarsi per persone e luoghi lontani è passata dai genitori ai figli. Laura ha anche una sorella e un fratello.
Scuola media alla “Traversi”, liceo Marie Curie, laurea in Medicina alla Statale di Milano, poi la giovane medese ha scelto per il suo cammino di specializzazione l’Università di Genova e l’ospedale Gaslini. Proprio qui è nato il contatto con Cuamm, con la conseguente scelta di volare in Etiopia, dove troverà il supporto di un tutor dell’organizzazione per la tutela della salute delle popolazioni africane. «Ancora prima di decidere di diventare medico avevo il desiderio di conoscere l’Africa – ci racconta Laura proprio poche ore prima della sua partenza -. In Italia mi pare che la formazione sia parziale: manca il contatto più umano con il paziente, si assiste a una sorta di “disumanizzazione” della professione. So che in Africa non cambierò le cose, ma potrò imparare molto, apprendere un atteggiamento che sarà utile al mio lavoro anche qui, una volta tornata».
Il suo tirocinio etiope sarà poi riconosciuto nel percorso universitario. «Parto – continua il medico – per conoscere un’altra cultura e un altro modo di vivere e pensare. Ma è anche un modo per “restituire” il molto che ho avuto in dono, nascendo e vivendo in questa parte di mondo. In valigia metto tanta curiosità, umiltà e soprattutto concretezza per tradurre le parole e i sogni in fatti concreti».
Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 7 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con 827 operatori (213 europei e 614 africani), 72 progetti di cooperazione principali e un centinaio di micro-realizzazioni di supporto; appoggia 14 ospedali, 35 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi e malaria, formazione), 3 scuole infermieri e 2 università (in Etiopia e Mozambico).
Laura darà il suo aiuto alla pediatria di un ospedale, il San Luca di Wolisso, che conta 200 posti letto e che nel 2017 ha effettuato 93.538 visite ambulatoriali, 15.047 ricoveri, 6.533 vaccinazioni e 4.300 parti. E non pone limite alla sua esperienza con Cuamm. «Una volta ottenuta la specializzazione, mi piacerebbe fare una esperienza più lunga». Ma questa è un’altra storia da scrivere. Prima c’è Wolisso. E per non perdersi neppure un momento dei prossimi 6 mesi, Laura, a valigia ormai pronta, non manca di metterci un ultimo oggetto: un diario. «Me lo hanno regalato alcuni amici specializzandi – conclude la dottoressa -. Lo userò per annotare ogni cosa». Ora c’è proprio tutto. Laura può volare dai suoi bambini etiopi.