Meda: il vicino di casa muore, due sorelle adottano la cagnolina Zelda

Un anziano di Meda è morto per un malore: viveva solo con la sua cagnolina di dieci anni. Le vicine di casa, le sorelle Linda e Rossella Galimberti, hanno adottato Zelda per evitarle il canile.
MEDA - Linda e Rossella Galimberti, nuove padrone adottive di Zelda, la cagnolina appartenuta a Ambrogio Ferrari. Linda ha 28 anni ed è biologa nutrizionista e insegnante di matematica e scienze. Rossella ha 25 anni e si occupa di digital marketing e Seo copywriter. Sono anche imprenditrici e gestiscono un negozio di consegna a domicilio di dolci
MEDA – Linda e Rossella Galimberti, nuove padrone adottive di Zelda, la cagnolina appartenuta a Ambrogio Ferrari. Linda ha 28 anni ed è biologa nutrizionista e insegnante di matematica e scienze. Rossella ha 25 anni e si occupa di digital marketing e Seo copywriter. Sono anche imprenditrici e gestiscono un negozio di consegna a domicilio di dolci

Quando Ambrogio Ferrari di Meda è morto, a 76 anni, ucciso da un malore improvviso, Zelda non si è data pace. La cagnolina fox terrier di dieci anni è rimasta sola al mondo. Sola come aveva sempre vissuto il suo padrone. Per fortuna, ad adottarla hanno pensato due vicine di casa: Linda e Rossella Galimberti.
«Quei bau della cagnolina – racconta Rossella – che sentivamo giungere dal cortile, ci sono sembrati grida d’aiuto». Senza pensarci troppo, hanno portato Zelda nella loro casa. E hanno iniziato ad accudirla.

Una ciotola di crocchette, una bacinella d’acqua: un sollievo per lei che aveva lo stomaco vuoto e aveva dormito all’addiaccio da alcuni giorni. E con tutto il piangere che aveva fatto, di energie ne aveva bruciate davvero tante.

«L’abbiamo lavata e le stiamo dando tanto cibo – aggiunge Linda – l’abbiamo trovata un po’ smagrita e malmessa».
Ora Rossella e Linda si sono presentate all’Enpa per ottenere il certificato di adozione: «E’ l’unica soluzione – prosegue Rossella – se fosse andata al canile, nessuno mai avrebbe adottato una cagnolina vecchia di dieci anni. E per tutto il resto dei suoi giorni sarebbe rimasta relegata in una cuccia. Ci abbiamo pensato su un po’: poi Zelda ci ha guardato con quei suoi due occhioni sgranati e non abbiamo più avuto dubbi».