Due proposte che definire “originali”, è sminuente. Due proposte straordinarie che solo da una mente piena di fantasia, brillante, ecclettica, fervida, appassionata, artistica potevano scaturire. Il talento puro è Mattia Consonni, 45 anni. Lui, autodidatta, che di professione è idraulico ma con una capacità di muoversi tra i pennelli, rara.” Ho iniziato quasi per scherzo nell’agosto 2012, pasticciando coi colori e con strumenti come il fohn, un ventilatore, un catino- ha spiegato Consonni, medese doc- mettendo sulla tela quanto i miei sentimenti provavano dopo aver ascoltato dei brani musicali che mi erano familiari. Sentivo che non mi bastava più ascoltare musica, avevo bisogno di liberare, imprimere quel sentimento che covava in me. E , così, sono nate le prime tele, che hanno come caratteristica comune un disco in vinile, che dopo averlo fuso lo trasformo e modello secondo lo stato emozionale del momento e della canzone che mi ha ispirato”. La musica è tutto per lui. Vive per la musica, oltrechè per la sua professione quotidiana. Nel volgere di due anni è riuscito ad imporsi all’attenzione generale, senza troppo sforzi, e neppure attraverso mostre o scritti di affermati critici, ma unicamente per aver postato le sue tele su facebook. Sulla scorta di questo successo nel gennaio dello scorso anno ha lanciato la prima geniale proposta dal titolo “One man’s dream”, che oltre ad essere il nome di una sua opera che si compone di quattro tele ed è ispirata dall’omonimo brano del compositore greco Yanni, è l’idea che incarna un suo grande sogno. Un progetto sperimentale abbinato ad un’opera d’arte che consiste nel coinvolgere quanti più amici possibile, di Paesi differenti, e renderli custodi e testimoni delle tele, volutamente separate, con cui vengono in contatto. “ Il mio desiderio- ha continuato Mattia Consonni- è che queste quattro tele possano ricongiungersi, dopo aver girato il mondo e raccolto varie “note”, per ricomporre l’opera completa di meravigliose storie personali, vissuti, appunti, impressioni, aneddoti, foto, pensieri. Il tutto entro il mese di gennaio 2020”
Quando ha spedito le quattro tele in casse “play case” a quattro amici, in quattro posti diversi del mondo: Londra (Nadia Spita), Roma (Giuseppe Di Bella), New York ( Marco Martinoli), Las Palmas ( Peppino Jannantuoni), le ha accompagnate con queste note: appena ricevi una tela informare Mattia per e-mail; prenditi cura della tela per un periodo massimo di 60 giorni durante i quali potrà essere appesa, mostrata o nascosta; trascorso 60 giorni scrivi un tuo pensiero magari con una foto in cui hai visto l’opera esposta, quindi deporre tutto nell’imballo originale e spedire a qualcuno di tua fiducia, una persona che possa apprezzare e non interrompere il viaggio dell’opera. “ Tutto ciò per contribuire a creare una storia per l’opera-ha proseguito- ricca di umanità e di bellezza d’animo, in cui sono certo che la fiducia nell’altro sarà un trionfo e la parola d’ordine sarà condivisione”.
L’altra piacevole sorprendente attesa, è per il lavoro che deve essere pronto per il prossimo ottobre. Deve rivestire l’intera facciata esterna della sala civica Radio, in cui ha calcolato di impiegare 7 mila vinili di 33 giri, oltre a tutto il pavimento interno di 150 metri quadrati, sempre con vinili, che rappresenterà il “mare inquinato”. Un’opera colossale da guiness dei primati. La curiosità è tanta.
Paolo Volonterio