Tre persone, residenti in Brianza ma di origine calabrese, sono state arrestate all’alba di giovedì 3 novembre nell’ospedale di Carate Brianza nell’ambito di una maxi operazione dei carabinieri di Reggio Calabria, che ha portato all’arresto di 41 persone nelle province di Reggio Calabria, Roma, Milano, Vibo Valentia, Pavia, Varese, Como, Monza-Brianza e Cagliari. L’operazione “Lex” ha riguardato le attività della “Locale” calabrese di Laureana di Borrello, gestita dalle famiglie Ferrentino-Chindamo e Lamari. Proprio tre persone della famiglia Lamari sono state arrestate in ospedale a Carate Brianza, mentre assistevano al travaglio di una loro congiunta.
Associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, danneggiamenti, lesioni personali gravi, frode sportiva, intestazione fittizia di beni e incendio, con l’aggravante del metodo mafioso i reati contestati.
Tra i fermati, indagato, anche un assessore comunale di Laureana di Borrello (Reggio Calabria) che sarebbe stato secondo i pm il referente politico al “locale” di ’ndrangheta. I 41 fermi sono avvenuti nei confronti di presunti affiliati al “locale” di Laureana (famiglie Ferrentino, Chindamo e Lamari). La cosca avrebbe avuto un’ingerenza diretta nelle istituzioni comunali per ottenere appalti pubblici. Le forze dell’ordine hanno inoltre accertato l’intestazione fittizia di attività commerciali e di alcuni immobili, questi ultimi in Lombardia.
Nel corso delle indagini sono state arrestate 5 persone e sequestrati oltre 2 chili di marijuana e rinvenute 3 pistole, un fucile, centinaia di munizioni e 2 chili di polvere da sparo.