È morto all’improvviso a seguito di un attacco cardiaco mentre si trovava all’ospedale San Gerardo per sottoporsi a una normale visita di controllo. Addio a Luigi Farina, 98 anni, monzese che aveva combattuto nella seconda guerra mondiale. Classe 1923, aveva festeggiato il suo compleanno lo scorso 15 marzo.
Abitava nel quartiere Triante ed era uno dei superstiti della corazzata Roma, la nave ammiraglia affondata a nord della Sardegna , nel golfo dell’Asinara, dall’aviazione tedesca con bombe radioguidate il 9 settembre 1943, il giorno dopo la proclamazione dell’armistizio. La Roma, al comando dell’Ammiraglio Carlo Bergamini, era salpata da La Spezia per non rischiare di finire in mano tedesca. Ma fu inutile. Le bombe colpirono il deposito di munizioni facendo saltare in aria la nave da battaglia della Regia marina italiana condannando a una morte atroce 1.393 marinai, i due terzi dell’equipaggio (2.021 persone in totale).
Farina si salvò perché non sapeva nuotare e un commilitone con il quale aveva stretto amicizia, un esperto nuotatore, con grande sangue freddo prima lo gettò in acqua e poi caricandolo su di sé riuscì a metterlo in salvo.
Dopo la guerra, Farina, tornato finalmente a Monza aveva lavorato per anni alla Cgs, una delle maggiori fabbriche della città. Familiari e amici lo ricordano come una persona schietta, dal carattere indomito e dalla mente lucidissima fino all’ultimo momento. I suoi funerali sono in programma nella chiesa del Sacro Cuore giovedì 29 aprile, alle 10.