La misura è colma, la pazienza esaurita. Dopo anni di inutile attesa, ora Lissone passa ai modi decisi: gli inquilini che risiedono negli alloggi pubblici e non versano una mensilità dell’affitto o salteranno una rata del piano di rientro del loro debito, potranno mettere nel conto di riconsegnare le chiavi di casa e di dover cercare un’altra sistemazione. Così ha deciso la Giunta nel tentativo di rimettere ordine alla situazione dei servizi abitativi pubblici e evitare che il caso degli inquilini morosi possa diventare un problema per le casse comunali.
Lissone: giro di vite sugli affitti delle case popolari, la Giunta Borella riprende il tema
Numeri non circolano ufficialmente, ma l’importo che non è mai stato incassato dagli uffici pare essere piuttosto elevato. Dal Comune si limitano a commentare evidenziando «un consistente e costante stato di situazione debitoria da parte di nuclei familiari». Il tema è delicato, non soltanto per il credito che vanta il Comune ma anche per la situazione di questi nuclei. Non siamo di fronte a ville con piscina, si tratta di alloggi di dimensioni modeste, assegnati tramite bando a famiglie che si trovano in condizione di disagio economico. Anche gli affitti non sono certo da capogiro, ma spesso i soldi non sono mai stati versati da parte degli inquilini. E la situazione è diventata sempre più insostenibile malgrado i ripetuti solleciti. Il tema era già stato affrontato nel 2016 dal sindaco Concetta Monguzzi, ora anche Laura Borella ha deciso di fare la sua parte in seguito a novità nella normativa che offrono altri strumenti alla pubblica amministrazione.
Lissone: giro di vite sugli affitti delle case popolari, i piani di rateizzazione
La scelta, pertanto, è stata quella di approvare le modalità del piano di rateizzazione dei debiti finora maturati dagli inquilini. Per tutti vale un principio: se si trovano in una situazione di morosità incolpevole, possono richiedere la sottoscrizione di un piano di rientro rateale dal debito. Questo permette agli inquilini di tirare un sospiro di sollievo ma, allo stesso tempo, diventa utile anche al Comune: la sottoscrizione del piano di rientro comporta il riconoscimento del debito maturato e l’impegno del debitore far fronte ai suoi impegni. Si evitano contenzioni legali. Secondo il piano approvato dalla giunta, si può far fronte al debito in massimo 60 rate. L’importo viene stabilito caso per caso, in base all’ammontare del debito e alla capacità del nucleo familiare: la rata non potrà essere di importo superiore al 20 per cento del reddito netto mensile del nucleo familiare con riferimento alle dichiarazioni dei redditi dell’anno precedente. L’amministrazione comunale ha previsto anche l’applicazione degli interessi e, soprattutto, l’allontanamento degli inquilini: chi non versa la rata dell’affitto o salta un pagamento del piano di rientro non avrà più il diritto di rimanere nell’abitazione.