Linkra-Compel, nessun accordo L’azienda vuole la cassa a zero ore

Sindacati contrari, hanno chiesto i contratti di solidarietà. Metà dei dipendenti (200 su 441), in gran parte della sede di Cornate, rischiano di non lavorare. Agitazione e scioperi in vista
Cornate - Lo sciopero dei giorni scorsi davanti alla Linkra Compel
Cornate – Lo sciopero dei giorni scorsi davanti alla Linkra Compel

Nessun compromesso, nessun punto di incontro tra azienda e sindacati: martedì, alla riunione che si è tenuta in Arifl (Agenzia regionale istruzione formazione e lavoro) a Milano, si è arrivati al mancato accordo tra i rappresentanti di Linkra-Compel e i rappresentanti dei lavoratori.

Si trattava dell’ultimo incontro previsto nei tempi della procedura per la richiesta di continuazione degli ammortizzatori sociali da parte della proprietà (richiesta che doveva avvenire entro 30 giorni precedenti la scadenza del contratto di solidarietà in essere che termina il 30 marzo) e, con il mancato accordo, la volontà dell’azienda di imporre cassa integrazione a zero ore per 200 dipendenti diventa una possibilità sempre più concreta.

Eppure di manifestazioni di contrarietà da parte dei lavoratori ce ne sono state, e anche di ben chiare: martedì mattina c’è stato sciopero e presidio nelle portinerie delle due sedi di Cornate d’Adda e Omate, nella prima ora del turno; la partecipazione è stata molto alta. Già il mercoledì precedente, alla notizia della richiesta di avvio di cassa straordinaria da parte dell’azienda, i lavoratori avevano promosso un analogo sciopero, anticipando di un giorno il primo incontro in Arifl che si era concluso con un nulla di fatto e con il rimando dell’incontro decisivo a pochi giorni fa.

Quello che Compel-Linkra vuole ottenere è l’avvio di una cassa integrazione straordinaria di 12 mesi per circa 200 dei suoi 441 dipendenti. La mannaia cadrebbe prevalentemente sulla sede di Cornate, più grande, e solo in piccola parte su quella omatese. Il “piano di risanamento” che l’azienda vuole mettere in atto si renderebbe necessario per “adeguare la capacità produttiva all’effettivo livello della comanda, anche attraverso l’implementazione del part-time”, si legge nel verbale congiunto della riunione di martedì.

Dove si legge anche una dichiarazione sulla rotazione della cassa per la totalità dei dipendenti: «Una dichiarazione generica, prive di criteri oggettivi e di garanzia di rotazione minima» hanno fatto sapere i sindacati, che hanno anche sottolineato «il mancato anticipo da parte dell’azienda dell’indennità ai lavoratori in cassa integrazione straordinaria». Di fronte al rifiuto della proposta di continuazione dei contratti di solidarietà avanzato dai sindacati (Angelo Pedrini per Sial Cobas, Antonio Castagnoli per Fiom Cigil e Gianluigi Redaelli per Fim Cisl) «non abbiamo intenzione di fermarci qui – ha affermato Pedrini – Mercoledì ci sono già state assemblee con i lavoratori per iniziare a definire le iniziative da mettere in campo per contrastare ulteriormente la scelta aziendale. Speriamo che mostrandoci fermi e attivi sulla questione, si riesca a ottenere una modifica della cassa integrazione straordinaria».