Alla vigilia della Giornata Mondiale della leucemia mieloide cronica, che ricorre il 22 settembre, importanti risultati per i pazienti arrivano da uno studio del team di ricerca coordinato dal professor Gambacorti Passerini di Milano-Bicocca e Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza. I risultati dello studio “TFR-PRO” sono stati recentemente pubblicati sulla rivista American Journal of Hematology.
Leucemia mieloide cronica: lo studio del professor Gambacorti Passerini su 906 pazienti
L’osservazione ha coinvolto 906 pazienti fin dal 2017, persone seguite in centri italiani, francesi, tedeschi, spagnoli e canadesi: il 40% di loro ha mantenuto la terapia, mentre il 60% l’ha sospesa come è usuale proporre dopo almeno 4 anni e presenza di un residuo minimo di cellule leucemiche (meno di 1/10.000). È emerso che è stato registrato l’unico caso di progressione di malattia in un paziente tedesco di 45 anni: una frequenza di circa 1 caso su 1000, “e che per di più si è verificato nel gruppo di pazienti che non aveva sospeso la terapia”, nota l’Irccs San Gerardo.
“Questi dati permettono di concludere che nei pazienti con risposta ottimale, la progressione della LMC rappresenta un evento molto raro ma possibile, nell’ordine tra 1/10.000 e 1/1.000, ma che non è legato alla sospensione della terapia – continua la nota – Questi risultati inoltre indicano la grande importanza della assunzione regolare della terapia prima della sua sospensione, e di un monitoraggio ottimale da parte del medico dopo la sospensione”.