La cintura con la quale è stato ritrovato impiccato non aveva segni di sangue, nonostante una ferita alla mano. Anche il corpo, ritrovato con entrambi i piedi ben appoggiati a terra, non è compatibile con un suicidio. A questo si aggiunge le ferite sul viso, catalogate dalla Procura di Busto Arsizio come escoriazioni, che invece sono compatibili con una compressione sul viso. A sollevare diversi dubbi sul fatto che la morte di Simone Mattarelli non sia stata volontaria è Roberta Bruzzone, psicologa forense e criminologa investigativa, specialista in criminalistica applicata e Scienze Forensi.
Lentate, i dubbi sulle cause della morte di Simone Mattarelli
La specialista è stata invitata nello studio seregnese dell’avvocato Roberta Minotti, incaricata dai familiari di Simone Mattarelli per ricostruire la dinamica dell’evento che ha cagionato il decesso del figlio, un ragazzo di 28 anni che abitava con la famiglia a Lentate sul Seveso. Sulla scorta delle informazioni raccolte durante la fase delle indagini preliminari, con particolare riferimento alle circostanze in cui è maturato il decesso di Simone Mattarelli, all’analisi dei luoghi interessati alla vicenda, alle condizioni della salma e al luogo in cui veniva rinvenuto il corpo la tesi portata avanti dalla famiglia, dall’avvocato, supportata dalle novità emerse dal lavoro della criminologa di parte, portano a riaprire il caso ufficialmente.
Lentate, Mattarelli trovato morto il 3 gennaio 2021
La vicenda che ha visto la morte di Simone Mattarelli ha diversi lati oscuri: il 28enne lentatese è stato trovato morto impiccato il 3 gennaio 2021, all’indomani di un lungo inseguimento da parte di diverse auto dei Carabinieri. “Nonostante numerose lacune investigative ed evidenti errori commessi anche dal medico legale, la Procura della Repubblica di Busto Arsizio ha chiesto ed ottenuto dal Giudice delle Indagini Preliminari l’archiviazione del procedimento penale, ritenendo la morte di Simone Mattarelli un atto volontario – ha spiegato l’avvocato seregnese Roberta Minotti – Alla luce di nuovi elementi emersi anche grazie al lavoro svolto dalla professoressa Roberta Bruzzone, avanzeremo richiesta di riapertura delle indagini perché dopo gli accertamenti eseguiti dalla criminologa, la morte di Simone Mattarelli non può più essere ritenuta un gesto volontario”.