«Volevo assolutamente diplomarmi quest’anno- raccontava a giugno nell’atrio dell’ematologia pediatrica- in fondo ho frequentato le lezioni nella mia scuola fino all’8 maggio, quando da un controllo di routine è risultato che qualcosa non andava e sono stata ricoverata di nuovo». Reazioni? «Ho guidato io quel giorno verso casa perché mia mamma non se la sentiva. Ho anche pensato che è stato meglio che sia successo a me piuttosto che a uno dei piccoli di due o tre anni ricoverati che sono troppo piccoli per capire perché devono fare continuamente flebo ed essere bucati. Io ho l’età per capire che le cure sono fondamentali».
Era così Martina. E purtroppo era. Una manciata di mesi fa era stata nuovamente ricoverata all’ospedale San Gerardo di Monza. Ricaduta nella leucemia. Che questa volta non le ha lasciato scampo. Ma di ricordi ne lascia tanti, primo fra tutti il coraggio e la voglia d i vivere. E una sensibilità più grande dei suoi diciannove anni.
Martina Ceciliani è scomparsa solo pochi giorni fa, dopo avere combattuto una volta di più la sua malattia. E non è stato certo un caso se a giugno, nel reparto di ematologia pediatrica, aveva discusso come tesina “Il dolore sul fronte e sulla fronte” nella Prima guerra mondiale. Perché, disse allora, «quello che volevo indagare era la sofferenza degli uomini in trincea».Aveva poi parlato del romanticismo nei versi di Wordsworth, del preromanticismo francese di Chateaubriand, le fiabe in tedesco, il De Bello Civile di Lucano.
Dall’estate scorsa Martina era stata promotrice di una iniziativa collegata a “Coloriamo l’undicesimo piano”, la campagna in favore del reparto di ematologia dell’ospedale San Gerardo di Monza, dove la giovane delebiese è stata ricoverata a lungo. Si è impegnata attivamente per raccogliere materiale di cancelleria in favore dei bambini, riuscendo nell’impresa di ottenere moltissimo per i piccoli ricoverati.
I funerali sono stati celebrati nella sua Delebio giovedì 6 novembre, nella chiesa di San Carpoforo. «Era davvero una grande – ha detto il parrco don Amedeo Folladori – piena di vita, simpatica ma anche determinata e volitiva».