Verrà inaugurata sabato 13 dicembre, la mostra che Cornate d’Adda dedica alla propria storia più remota. “Le origini svelate” è il titolo dell’esposizione che prenderà corpo nei saloni di villa Sandroni (via Manzoni 2, Colnago) e che getterà nuova luce sui reperti archeologici scoperti per la prima volta vent’anni fa.
È proprio da allora e da lì – dal ritrovamento di un antico vicus romano con una Villa rustica, una cisterna, una necropoli, un butto e 17 tombe longobarde – che bisogna partire se si vuole capire perchè il Comune di Cornate promuova un evento legato all’archeologia. I ritrovamenti appena elencati, sorprendenti, si sono in seguito affiancati a nuovi scavi: lungo l’Adda, sullo sperone roccioso del santuario della Rocchetta, sono stati rinvenuti un pozzo trecentesco, alcune tombe longobarde, una cisterna, un forno e le fondazioni rocciose di residenze collettive di età tardo romana. Diversi professori e studenti italiani e stranieri hanno partecipato agli scavi, diretti dalla Soprintendenza dei beni archeologici della Lombardia.
Sabato 13, la mostra prenderà il via con il convegno inaugurale “I romani e i longobardi a Cornate d’Adda”, che si terrà alle ore 15 in villa Sandroni. “Le origini svelate” rimarrà allestita fino al 24 gennaio, sarà a ingresso libero e osserverà i seguenti orari: da martedì a sabato, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18; domenica dalle 9 alle 12.
Il percorso della mostra si snoderà in due percorsi che si pongono obiettivi differenti. Il primo, quello di ripercorrere i primi 20 anni di avventura archeologica cornatese, troverà spazio nella sala Jannacci Gaber ed è curato dall’assessorato alla cultura e turismo e dalla Pro Loco. Il secondo, curato dalla Soprintendenza dei beni archeologici della Lombardia, vedrà la vera e propria esposizione di alcuni reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi. È possibile prenotare visite guidate con la Pro Loco (proloco@cornatedadda.eu); per seguire le attività e le comunicazioni degli organizzatori, invece, fare riferimento al sito del Comune o alla pagina Facebook “Le origini svelate”.