Le mascherine Ffp2 che non proteggono: dubbi sul marchio CE 2163

Anche Federconsumatori mette in guardia sulle mascherine Ffp2 con marchio CE 2163 che sono risultate inefficaci ai controlli e su cui sta lavorando l’Ufficio antifrode dell’Unione europea. La risposta dell’ente certificatore.
Mascherina Ffp2 - foto Webandi - Pixabay.com
Mascherina Ffp2 – foto Webandi – Pixabay.com

Anche in Brianza non mancano polemiche e preoccupazioni relative alla presunta inefficacia delle mascherine Ffp2 con il marchio CE 2163. I social sono invasi da post di persone che chiedono di ritirare dalla vendita questi dispositivi dopo che alcune inchieste giornalistiche hanno rilevato la loro inefficacia nella protezione nei confronti del virus.

Alessandro Cherubin, presidente della Federconsumatori Monza Brianza, invita i cittadini a fare attenzione a ciò che acquistano: «Quando si va in farmacia o al supermercato – sottolinea – controllate bene le sigle riportate sulle mascherine. E se avete già acquistato mascherine col marchio CE 2163, come ho fatto io tempo fa in una farmacia di Monza al prezzo di 3,50 euro, è preferibile chiedere l’immediata sostituzione».

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Tutto nasce dopo che alcuni servizi apparsi su giornali italiani avevano messo in dubbio le modalità di certificazione delle mascherine Ffp2 da parte dell’ente certificatore Universal Certification con sede in Turchia a seguito degli accertamenti avviati dall’Olaf (Ufficio antifrode dell’Unione europea). I primi sospetti li avevano avuti in Germania per via del notevole incremento delle certificazioni rilasciate dall’ente turco.

Dal paese del Bosforo la replica non si è fatta attendere: «Come tutti gli enti certificatori – si legge in una nota emanata da Universal Certification – anche il nostro ente esegue esami iniziali sul modello di mascherina e in seguito conduce controlli a campione sulla produzione in serie, per verificare che la qualità del prodotto sia omogenea con quella verificata nei test. Non è possibile per nessun ente certificatore verificare ogni singola mascherina prodotta sulla base del tipo certificato. Inoltre, non corrisponde a realtà che i tempi di esame e approvazione di Universal Certification siano più rapidi rispetto alla media».

Universal Certification precisa che «tutte le fabbriche sono soggette ad audit in loco e il tempo medio di certificazione di Universal Certification varia da due a tre mesi, che è di fatto meno rapido rispetto ad altri enti certificatori». L’ente, inoltre, sottolinea che «i certificati di Universal Certification possono essere verificati scansionando il Qr-Code annesso mentre è sconsigliabile utilizzare metodi informali, come i social media». Per quanto concerne la conformità delle mascherine prodotte in serie, l’ente turco evidenzia che «la responsabilità spetta al produttore, come stabilito dalla dichiarazione di conformità Ue firmata dai produttori stessi, mentre il monitoraggio sulla qualità dei prodotti presenti sul mercato è responsabilità delle autorità di supervisione dei mercati di ciascuno stato UE. Quest’ultimo viene eseguito in sede doganale o tramite controlli a campione sui punti vendita».

Secondo Universal Certification sono stati eseguiti «come riferito dai media test non meglio specificati che sembrano essere stati promossi da un’azienda commerciale». A tal proposito l’ente turco aveva chiesto di conoscere modalità e procedure di esecuzione senza, però, ottenere risposta. «Le verifiche sulle mascherine citate come fonte nelle notizie apparse sulla stampa non possono essere considerate valide rispetto alle procedure standard di valutazione della conformità» conclude l’ente certificatore. I dubbi, però, rimangono e anche Federconsumatori consiglia di stare in guardia.