La denuncia è di quelle pesanti. Aver sfruttato i lavoratori impegnati nella coltivazione e nella raccolta delle zucchine nei campi della loro azienda, tra Calco, Brivio, Sartirana di Merate e Bellusco. Pagati in nero, 4 euro l’ora, per almeno quattro anni, da marzo a ottobre. In dodici si sono “ribellati” a giugno, quando, dopo essere stati costretti ad accettare di passare al cottimo (un euro per ogni cassetta di zucchine raccolte), non sono nemmeno stati pagati. Si sono così rivolti alla Cgil di Lecco, che allertato la Direzione territoriale del lavoro. L’accusa di aver sfruttato lavoratori stranieri sottopagati e in nero, tra i quali anche due minorenni, è rivolta a una società agricola con sede a Calco.
Un’accusa circostanziata dai vertici lecchesi della Cgil, che giovedì mattina hanno convocato la stampa nella sede di via Fiandra: «Lavoravano nei campi 12 ore filate, dalle 7 del mattino alle 7 di sera, sotto il sole, 7 giorni su 7 – hanno spiegato i sindacalisti -. Con un’interruzione per il pranzo di un’ora che a volte diventava di mezzora. Venivano sfamati con pane e tonno».
«Dei dodici i denuncianti, senegalesi e del Burkina Faso, la maggior parte sono regolari, alcuni addirittura hanno la cittadinanza italiana, sono di seconda generazione – ha spiegato Casset -. Tre gli irregolari, ai quali potrebbe ora essere concesso un permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari. Tra i dodici anche due donne e due minorenni. Quando lavoravano nel campo di Airuno, ci andavano a piedi, altrimenti il punto di ritrovo era l’oratorio del paese, da dove venivano prelevati da uno dei due soci dell’azienda».