L’archivio fotografico di Erminio Ferranti donato al Comune di Monza

Ha documentato decenni di storia di Monza come fotografo per i giornali locali e non solo: ora l’archivio di Erminio Ferranti è stato donato alla fototeca del Comune.
Monza Erminio Ferranti
Monza Erminio Ferranti Fabrizio Radaelli

L’archivio fotografico di Erminio Ferranti diventerà patrimonio di tutti i monzesi: martedì la giunta ha accettato la proposta della moglie del fotografo scomparso nell’ottobre 2019 che ha messo a disposizione le immagini scattate in decenni di attività e che, quindi, verranno conservate nella fototeca cittadina, consultabile da tutti. L’atto consente di non disperdere un patrimonio importante, costituito da svariate migliaia di foto, di negativi, di stampe con le quali Ferranti, che ha collaborato a lungo con il Cittadino e con altre testate, ha documentato i fatti di cronaca e i cambiamenti della città. Ha raccontato, soprattutto, il piccolo mondo dell’autodromo a partire dalle gare e dai protagonisti della Formula Uno. Sono molti i suoi scatti noti anche all’estero da quelli dell’incidente in cui nel Gran Premio del 1978 è morto il pilota svedese Ronnie Peterson a quelli del 1983 in cui Enzo Tortora, detenuto a causa di false accuse, salutava dalla cella del carcere di Bergamo.

Volto conosciutissimo dai monzesi, soprannominato Ammiraglio dal cappello che portava abitualmente, nel 2009 ha ricevuto il Giovannino d’oro a coronamento dei cinquant’anni di professione. Nel 2016 la sua opera è stata celebrata dal libro “Il lampo e la storia” edito dal nostro giornale e dalla mostra omonima organizzata dall’amministrazione nella Galleria civica.

«L’archivio – spiega l’assessore alle Biblioteche Pierfranco Maffè – ha un valore economico stimato in 5.000 euro, una cifra esigua rispetto all’eredità importantissima che Ferranti ci ha lasciato. Dalle sue foto passa la storia di Monza, non solo quella del circuito, oltre a quella di tante persone. Ora abbiamo la possibilità di valorizzare il suo fondamentale lavoro e, come accaduto per Vladimiro Ferrari, di ricordarlo».

Monica Bonalumi