L’amicizia tra Seregno e Sant’Agata d’Esaro si rinnova in un incontro

L'appuntamento è stato ospitato domenica pomeriggio dalla sala Gandini di Seregno. I presenti hanno apprezzato un filmato sulle attività imprenditoriali di alcuni santagatesi
Una veduta di Sant’Agata d’Esaro, splendida comunità nella valle calabrese dell’Esaro, gemellata con Seregno dal 1991

“La città di Sant’Agata si racconta”. È stato questo il filo conduttore dell’incontro che, domenica 26 giugno, per iniziativa del comitato seregnese per il gemellaggio tra Seregno e Sant’Agata d’Esaro, è stato ospitato dalla sala Gandini di via 24 maggio a Seregno. L’appuntamento si è concretizzato a qualche mese di distanza dalla celebrazione del trentesimo anniversario della formalizzazione del gemellaggio tra le parti, un passaggio che, nell’autunno del 1991, quasi naturalmente sottolineò il forte legame tra la cittadina brianzola e la piccola comunità calabrese nella valle dell’Esaro, da dove nel tempo sono salite in Lombardia tantissime persone, alla ricerca di un’occupazione stabile.

Sant’Agata d’Esaro: l’articolazione del pomeriggio

Le autorità intervenute con i rappresentati del comitato

Il pomeriggio, introdotto da Giovanna Rumbolo, presidente del comitato seregnese per il gemellaggio, ha visto poi prendere la parola il consigliere regionale Alessandro Corbetta, che ha sottolineato come l’invito gli abbia permesso di «conoscere una realtà con forti radici a Seregno ed a Sant’Agata d’Esaro. Sono tante le realtà del sud, ma anche del Veneto, che hanno contribuito a fare grande la Lombardia. Ora l’augurio è che ci siano le condizioni per non dover lasciare più la propria terra per trovare lavoro». Rumbolo ha quindi letto i messaggi di saluto di Edoardo Fasano, Domenico Tolve e Carmine Arcuri, già primi cittadini di Sant’Agata d’Esaro, che hanno evidenziato un’attenzione notevole alla tematica del gemellaggio. La scena se l’è presa subito dopo la proiezione di un filmato, che ha consentito di apprezzare le peculiarità di alcune attività imprenditoriali condotte da santagatesi nella loro comunità d’origine o a Seregno, tra le quali il panificio di proprietà di Franca Nocito, che siede nel direttivo del comitato seregnese per il gemellaggio.

Sant’Agata d’Esaro: un gruppo per coinvolgere i giovani

La presidente Giovanna Rumbolo, terza da sinistra, con gli altri componenti del comitato per il gemellaggio in sala

Paolo De Santis, affiancato dalla figlia, ha successivamente illustrato il progetto che prevede la creazione di un gruppo giovani in seno al comitato, «per uno scambio culturale e lavorativo e per smuovere le acque a Sant’Agata. Non voglio che questi giovani debbano fare come me, che ho lasciato la mia terra ed i miei genitori a 16 anni. Io ci credo e ci credono anche loro». Dal canto suo, Franca Nocito ha aggiunto che «la nonna mi ha trasmesso la manualità e la passione per il pane ed io lavoro ormai da 40 anni. Il mestiere non è facile, ma ci sono tanti giovani che si avvicinano per imparare». La presidente Rumbolo ha inoltre evidenziato come i giovani coinvolti da De Santis siano una cinquantina, «pronti a tesserarsi».

Sant’Agata d’Esaro: i saluti in sala dei due primi cittadini

Mario Nocito, sindaco di Sant’Agata d’Esaro, secondo da sinistra, con il collega seregnese Alberto Rossi, terzo da sinistra, e gli assessori seregnesi Ivana Mariani e William Viganò

Il giro lo hanno infine concluso i due sindaci in carica. «Grazie ai comitati per ciò che hanno fatto in questo anno -ha commentato il seregnese Alberto Rossi, in cui siamo tornati a parlare del gemellaggio. È bellissima l’idea di aprire le porte ai giovani da subito». Accorato è apparso l’intervento del santagatese Mario Nocito: «L’amministrazione comunale di Seregno ci fa sempre sentire a casa nostra. Io c’ero nel 1991, quando il consiglio comunale di Seregno votò la delibera per il gemellaggio, e ricordo come il clima non fosse certamente così amichevole. Questa amicizia tra noi è un esempio per le due comunità, che hanno tante affinità, ma anche differenze. A livello economico, il gap è infrastrutturale: si dice spesso che il nord mantiene il sud, ma la verità è che al sud di soldi ne vediamo davvero pochi. Il gemellaggio deve servire anche per sensibilizzare le due amministrazioni a meglio valorizzare le risorse». Il prossimo appuntamento sarà, in ottobre, una santa Messa nella chiesa parrocchiale seregnese di San Carlo, in suffragio degli amici del gemellaggio defunti.