L’abbraccio dei bambini di Meda ai nuovi compagni di classe ucraini

Sono una decina i bambini ucraini accolti dalle classi dell’istituto comprensivo di Meda. «Giorno dopo giorno bisogna costruire un percorso che alleggerisca le loro fatica».
Il benvenuto ai bambini ucraini a Meda
Il benvenuto ai bambini ucraini a Meda

Un dono sul banco, un cartellone colorato, un abbraccio virtuale, ma anche reale, così l’istituto comprensivo di via Cialdini a Meda ha aperto le porte a una decina di alunni e studenti in arrivo dall’Ucraina. «È positivo trasformare le criticità in occasioni di crescita per tutti» afferma Maria Grazia Perego, dirigente scolastica. Alla primaria “San Giorgio” nell’arco di due settimane sono arrivati in sette, quattro maschietti, di cui tre fratellini, e tre femminucce.

Alla scuola secondaria di primo grado Traversi per ora c’è una studentessa ucraina, ma ci sono altre richieste. I nuovi arrivati non parlano italiano, ma Perego spiega che ci sono tanti altri modi per comunicare. «C’è un linguaggio universale fatto di gesti, gioco, matematica e disegno». Come un regalo impacchettato dai compagni di classe e lasciato sul banco del nuovo arrivato oppure una festa organizzata nell’atrio della scuola. «Quando ci è stata data comunicazione dell’arrivo degli studenti ucraini, abbiamo fatto una ricognizione sulle loro necessità come quaderni, penne, ma in realtà loro non hanno chiesto niente. Avevano tutto».

Alla secondaria di primo grado è stato diverso: «Ci sono materie tecniche che non si studiano in Ucraina. I nostri ragazzi hanno portato a scuola materiale nuovo come fogli da disegno, cartellette tecnologiche e penne cancellabili». Se ci sono linguaggi universali per seguire le lezioni i ragazzi hanno comunque bisogno di un aiuto in più. «Ho già la piena disponibilità da parte dei docenti a fare una prima alfabetizzazione. Sono partite le prime attività».

Micaela Cuzzolin, docente alla “Traversi”, è anche mediatrice culturale. «Penserà lei a una prima alfabetizzazione alla secondaria, mentre alla primaria i docenti svolgeranno ore di alfabetizzazione organizzando attività mirate». La dirigente scolastica sottolinea come tutte le componenti del comprensivo, dalla segreteria ai bambini, siano coinvolte nell’accoglienza e nell’integrazione. «Un’accoglienza strutturata è un arricchimento possibile anche per i ragazzi che accolgono, un’apertura al mondo, alla comprensione di quello che c’è attorno, di quello che sta accadendo».

I nuovi arrivati come hanno reagito? «Fanno fatica, non hanno lo strumento della lingua. È una fatica importante, disorientante per tutti, ma a scuola vengono molto volentieri. Giorno dopo giorno bisogna costruire un percorso che alleggerisca questa fatica. Noi ci stiamo provando con entusiasmo».