Si intitola “La targa mancante” il progetto di ricordo legato alla ricorrenza del 25 aprile, promosso quest’anno dall’Anpi di Monza in collaborazione con l’associazione Sul filo dell’arte. Nel 2015, in occasione dei settant’anni dalla liberazione, l’amministrazione comunale aveva deciso di affiggere tre targhe fuori da altrettanti luoghi che erano stati simbolo della repressione fascista: l’attuale direzione provinciale dell’Agenzia delle entrate, in via Passerini, che fu la caserma delle Brigate nere, il Binario 7, allora sede della Gioventù del littorio e la Villa reale, dove furono rinchiusi e torturati diversi partigiani e antifascisti.
«A questo elenco di luoghi simbolo mancava il carcere vecchio di via Mentana – racconta Rosanna Valtorta, promotrice dell’iniziativa -. Sei anni fa non ci fu permesso affiggere alcuna targa perché l’edificio era di proprietà del Demanio, oggi l’ex carcere è passato a un privato ma risulta comunque impossibile lasciare alcuna targa permanente a ricordo di quanto è successo. In base agli studi condotti dall’Anpi di Monza e grazie soprattutto alle pubblicazioni di Pietro Arienti, si pensa che da quel carcere siano passate almeno 500 persone tra partigiani e antifascisti, soprattutto tra il 1943 e il ‘45».
Ecco allora l’idea, grazie alla collaborazione con le artiste dell’associazione di urban knittng: una installazione momentanea, una cornice di papaveri rossi realizzati a mano, che incornicia la fotografia di ciascuna delle ventisei persone, tra cui anche due donne, di cui si conosce il sicuro passaggio dal carcere di Monza, dopo l’arresto da parte dei nazifascisti.
Domenica 18 aprile i volontari dell’Anpi insieme alle artiste di Sul filo dell’arte si sono dati appuntamento davanti al carcere di via Mentana per montare il setting. «Abbiamo girato un video con le foto dei ventisei partigiani e antifascisti che verranno ricordati – continua Valtorta -. Il filmato sarà poi montato e verrà reso disponibile sul sito dell’Anpi di Monza proprio in occasione del 25 aprile. È un piccolo gesto ma ci auguriamo che possa risvegliare la curiosità dei monzesi, è un’azione pensata per recuperare questo pezzo di storia che altrimenti rischia di essere perduto».