La salute di Brianza e i medici di base: “Ancora 17mila cittadini senza riferimento”

La situazione della medicina pubblica a Monza e Brianza e i tanti cittadini rimasti senza riferimento: parla il presidente dell'ordine.
Carlo Maria Teruzzi, presidente dell’ordine dei medici a Monza e Brianza
Carlo Maria Teruzzi, presidente dell’ordine dei medici a Monza e Brianza Fabrizio Radaelli

La trasformazione del San Gerardo in Irccs, Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico, non dovrebbe mutare le modalità di accesso alle cure per i pazienti: Carlo Maria Teruzzi, presidente dell’ordine dei medici brianzoli, stempera le preoccupazioni che da anni accompagnano l’iter per la nascita dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico.

«Non abbiamo motivo di pensare – spiega – che l’assistenza specialistica e la medicina generale subiranno qualche modifica. Noi continueremo a far riferimento all’Ats anche se qualche funzione potrebbe essere attribuita agli ospedali».

Nei prossimi mesi, aggiunge, sarà chiarito se nella nostra provincia la medicina territoriale continuerà a far capo sia al San Gerardo che al presidio di Vimercate o se saranno trasferite a quest’ultimo anche le competenze relative all’ambito sanitario di Monza.

I medici di base e la situazione a Monza e Brianza

Sul fronte dei medici di famiglia la situazione rimane fosca a causa della carenza di camici bianchi che in molti comuni sta creando pesanti disagi ai cittadini: il problema si è riacutizzato a luglio quando, secondo i dati forniti da Ats, in Brianza 17.000 persone sono rimaste senza dottore sia a causa dei pensionamenti sia per i trasferimenti dei professionisti in altre regioni, in alcuni casi senza alcun preavviso. «Qualche giorno fa – afferma Teruzzi – a un convegno sulle case di comunità organizzato a Vimercate la gente si lamentava e ha ragione. Ats ha tamponato i buchi in città come Limbiate e Brugherio estendendo alle ore diurne il servizio di guardia medica: in questo modo viene garantita la prescrizione delle ricette e degli esami ma non il contatto continuo con i pazienti» fondamentale per costruire il rapporto di fiducia.

Per provare a tappare qualche falla a luglio il presidente dell’ordine Teruzzi ha scritto una lettera alla cinquantina di neo laureati delle università Bicocca, Statale, San Raffaele e di Pavia invitandoli a mettersi a disposizione dell’Ats per effettuare i turni di guardia medica e le sostituzioni dei medici di famiglia, negli ospedali e nelle residenze per anziani: in pochi, però, hanno risposto all’appello.

«Da anni mancano i giovani – commenta Teruzzi – con le nuove norme un numero limitato di pazienti può essere affidato anche a chi è al primo anno del corso di formazione ma in pochi hanno aderito all’ultimo bando pubblicato». Di recente alcuni posti vacanti sono stati coperti da professionisti in fuga dagli ospedali, tra cui un primario proveniente dal San Raffaele: «Non è la prima volta che accade – aggiunge il responsabile dell’ordine provinciale – da tempo anche tra le corsie si avverte parecchio malessere a causa della carenza di personale, come dimostrano i turni coperti da cooperative esterne in alcuni pronto soccorso».

Medici di base, burocrazia, risposte

Per cercare di invertire la rotta e rendere più attrattiva la professione di medico di medicina generale, suggerisce, è necessario ridurre la burocrazia che costringe i medici di base a sottrarre parecchie ore al giorno ai loro pazienti per compilare pigne di moduli e che disincentiva le nuove generazioni a intraprendere la carriera.

Sarebbe, inoltre, indispensabile semplificare i bandi per accedere alla professione: «La soluzione per aumentare il numero dei dottori – esclama – non è certo quella adottata in Calabria dove sono stati arruolati 500 operatori cubani» grazie a un accordo di collaborazione sottoscritto dalla Regione con la società dei medici del paese caraibico, criticato da molti professionisti e da associazioni di categoria. Inizialmente dovrebbero entrare in servizio i camici bianchi che parlano la nostra lingua che successivamente dovrebbero essere affiancati dai loro colleghi al termine di un corso di italiano.