La proposta di HQ Monza: aree Q (Quartieri), S (Scuole) e M (Monzesi) per cambiare la viabilità

Q come quartieri, S come scuole, M come monzesi. Si può cambiare la viabilità cittadina? Secondo HQ Monza sì: ecco la nuova proposta.
Una via di Monza vicino a una scuola
Una via di Monza vicino a una scuola Fabrizio Radaelli

L’associazione HQ Monza continua a studiare piani alternativi per ridefinire la mobilità monzese del futuro. Dopo la proposta di minibus a chiamata, per ridurre l’utilizzo del trasporto privato, la nuova proposta è l’attivazione di tre nuove aree per identificare altrettante zone della città a zone a traffico differenziato, «per una Monza multicentrica».

La prima area identificata dal team di HQ è la Q di quartieri. «Le aree Q sono a traffico limitato, una per ogni quartiere. Non isole pedonali ma strade per le quali possano transitare solo i residenti e i fornitori», spiegano. Ci sono poi le aree S che dovrebbero sorgere davanti e intorno alle scuole. «La regolazione puntuale è assicurata da pannelli luminosi a testo variabile e dalla sorveglianza svolta dai sistemi di rilevazione telematici». L’ultima area speciale identificata nella proposta dell’associazione di cittadini nata a San Fruttuoso è l’area M come monzesi. «Sulle diverse direttrici stradali usate e abusate per il mero attraversamento della città, il transito può essere riservato soltanto ai veicoli residenti a Monza oppure nei comuni limitrofi». Una soluzione questa che potrebbe essere applicata h24 o in alcune fasce orarie.

«L’istituzione delle aree tiene conto dell’entrata in funzione della M5 con sette stazioni in città e della riorganizzazione del traffico privato con bus a chiamata – spiega Isabella Tavazzi, portavoce di HQ -. Sarà utile aumentare stalli di sosta e autosilo in prossimità delle stazioni della metropolitana e delle aree a traffico limitato. Questa proposta consente una certa flessibilità operativa. Si può procedere per sperimentazioni e aggiustamenti senza costi rilevanti, a condizione che le regole in vigore appaiano sui cartelli stradali standard e sui sistemi di messaggistica e informazione. Queste rivoluzioni urbanistiche sono già in atto a Milano e in altre metropoli. Se Monza non troverà il modo di qualificarsi e possibilmente distinguersi, sarà condannata a un imminente futuro marginale e periferico».

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.