La onlus “Insieme si può fare” invita ad adottare un maestro per i bambini della Siria

Nuovo progetto dell’associazione nata a Monza impegnata in diverse scuole che accolgono chi è fuggito dalla guerra. L’idea di un’insegnante di Villasanta: “Una classe per una classe” per il campo sfollati di Bab al Hawa, al confine con la Turchia. Lorenzo Locati: «I bambini sino agli 11 anni non sanno cosa sia la vita in tempi di pace». Si può aiutare anche con il sapone di Aleppo.
Lo stipendio di un maestro è di circa 120 euro al mese
Lo stipendio di un maestro è di circa 120 euro al mese

È la decima Pasqua di “Insieme si può fare”. «Mai avrei immaginato di arrivare a tanto, quando il 31 marzo 2013 portai per la prima volta aiuti alle persone in fuga dalla guerra in Siria» sottolinea subito Lorenzo Locati, anima della onlus nata e cresciuta a Monza. Oggi l’associazione è una rete di volontari e amici in tutta Italia, perché è proprio vero che insieme si può fare di più, molto di più. La speranza, vana, è sempre stata quella di vedere presto la fine del conflitto. Oggi le bombe tacciono ad Aleppo, non nel nord-ovest della regione, ma la popolazione è ridotta allo stremo e la devastazione è ovunque. «In Siria i bambini sino agli 11 anni non sanno cosa sia la vita in tempi di pace» rimarca Locati. I segni su di loro sono indelebili. E ora che la guerra in Ucraina è entrata così lacerante nella quotidianità di tutti, la onlus chiede di non dimenticare quei conflitti che per anni sono stati solo sfiorati dallo sguardo del mondo. Locati, 67 anni e un impegno instancabile e quotidiano, dopo due anni di stop per la pandemia è tornato al confine con la Siria lo scorso novembre. «Ma non potrei fare nulla senza tanti volontari e tante persone impegnate a sostenere i progetti» precisa Locati. Accanto a lui, come vicepresidente della onlus, c’è sempre la dottoressa Noura Warrak di Brescia, nata ad Aleppo e oggi in prima linea per tutti i progetti della città siriana.

L’associazione è impegnata in aiuti alla popolazione, in particolare a donne e bambini; restituire ai più piccoli un minimo di normalità, anche attraverso l’istruzione, resta un obiettivo primario. Nel campo sfollati di Bab al Hawa, tra Turchia e Siria, la onlus fornisce spazi, materiali e progetti per 250 bambini dai 6 ai 12 anni che frequentano la “Insieme si può fare school”. Ed è qui che è attivo il progetto “Adotta un maestro”. Un’idea nata da una giovane insegnante di Villasanta, Veronica Radice, che dopo aver conosciuto la realtà di volontariato ha scelto di condividerne il percorso, lanciando nelle scuole il progetto “Una classe per una classe” per sostenere lo stipendio coperto dalla onlus per la docenza di un insegnante siriano nel campo. Il desiderio è quello che sempre più classi, anche a Monza, adottino un maestro. Un piccolo-grande sforzo per un’iniziativa importante ed educativa: le scuole che aderiranno potranno interagire attraverso i disegni e altre iniziative con gli alunni della scuola di Bab al Hawa. (Informazioni 339.8463797, Valentina). La onlus sostiene anche altre scuole d’emergenza. A Rukban, al confine con la Giordania 100 bambini, in un angolo aridissimo di deserto, oggi hanno una scuola operativa grazie all’associazione monzese. Locati e gli altri volontari hanno anche adottato il campo profughi “Peace e cooperation camp” con l’associazione Mani di Pace: qui 35 famiglie sfollate hanno trovato riparo al confine con la Turchia. «Ogni mese diamo a tutte le famiglie un pacco alimentare e grazie a Bizerba, azienda di Desio, abbiamo installato una grande tenda riscaldata e aperto una scuola per i bambini non scolarizzati del campo». Qui l’impegno va anche oltre, con l’istruzione a un gruppo di giovani donne analfabete e con corsi di sartoria e parrucchiera. Eppoi c’è la scuola che è un fiore all’ occhiello, aperta dal 2017: la Plaster school in Turchia, sostenuta dall’associazione “Every child is my child” attivata dall’attrice Anna Foglietta, con cui Locati e i suoi volontari collaborano in modo stretto. Tra tutte le scuole aiutate da “Insieme si può fare” sono 30 i docenti che vengono retribuiti grazie al sostegno in arrivo dall’Italia. Lo stipendio è di 120 euro al mese.

Ad Aleppo è stata invece adottata Casa Speranza, dove si trovano 42 bambini, sorpresi a mendicare per strada e qui rinchiusi, in una sorta di riformatorio. «Diamo cibo e medicinali: molti hanno traumi di guerra, crisi di panico- Qui -continua Locati – ho voluto fortemente un progetto che nutre un altro progetto: le donne che sono diventate sarte con i nostri corsi, realizzano abiti per i bambini della Casa». In dieci anni “Insieme si può” fare ha spedito 46 container di cibo, medicine e materiale scolastico. «Oggi – conclude Locati – c’è una terribile situazione di indigenza, anche del ceto medio. Manca tutto e ora, con la guerra in Ucraina, da dove la Siria importava gran parte del grano, persino il pane è merce carissima».

Due anni di pandemia hanno bloccato tutte le attività di sensibilizzazione della onlus e frenato la raccolta fondi. Resta prezioso per finanziare i progetti il sapone di Aleppo. Tanti piccoli, grandi, acquisti che fanno la differenza. Ci sono parrocchie che condividono progetti e c’è poi il sostegno di Gruppi di acquisto solidale. Ma i piccoli donatori sono preziosissimi. Ci sono gesti che lasciano il segno: a giugno due giovani si sposeranno e hanno scelto il pregiato sapone come bomboniera. La sede della onlus è la casa di Locati, sempre pronto a ricevere tutti, anche per consegnare un solo sapone. Perché “Insieme si può fare”, con tanti piccoli gesti. Chi fosse interessato al sapone può chiamare al 338.4428309. È possibile anche fare donazioni: Credito Valtellinese Iban IT20L0521620401000000104905m BIC SWIFT: BPCVIT2S