La Greybull Capital salva la Fimer di Vimercate dal fallimento, ma i sindacati predicano calma

Il tribunale di Arezzo ha accettato la proposta del fondo inglese proprietario anche della scuderia Mclaren per salvare l'impresa di inverter.
Una protesta davanti alla Fimer di Vimercate

La Fimer di Velasca scongiura il fallimento grazie a Greybull Capital, ma i sindacati predicano calma. La novità è che lo scorso 3 maggio il Tribunale di Arezzo ha accolto la proposta del fondo britannico  che controlla anche la Mclaren di acquisire l’azienda che ha due sedi una proprio nella frazione di Vimercate al confine con Usmate-Velate e l’altra proprio nella provincia di Arezzo a Terranuova Bracciolini con circa oltre 400 dipendenti impiegati nel settore degli inverter e colonnine per la ricarica elettrica delle auto.  Una boccata d’ossigeno che però non è certo la panacea di tutti i mali. Infatti le tute blu si trovano con un contratto di solidarietà, lavorando solo alcuni giorni alla settimana e la Fimer come tante altre aziende in Italia non è esente proprio dalla mancanza di materie prime. Due aspetti che messi insieme sicuramente non giovano alla situazione nel suo complesso.   Ora si procede con il concordato in continuità, dal momento che Greybull ha messo sul tavolo subito 10 milioni di euro e in un secondo momento ne verserà altri 40.

La Greybull Capital salva la Fimer e l’attesa del piano industriale

 Intanto però dalla Fiom Cgil nessuno si sbilancia troppo.Questa è sicuramente una notizia positiva – racconta il sindacalista Stefano Bucchioni -, perché la cordata ha evitato il fallimento, ma non siamo ancora salvi. Adesso abbiamo chiesto all’azienda un incontro in cui ci presentino il piano industriale per preservare tutti gli oltre 400 posti di lavoro di cui 110 a Vimercate. Finché non avremo queste certezze non si potrà dire conclusa la vicenda”. Un cauto ottimismo soprattutto dopo che la vecchia offerta del settembre 2022 di un’altra cordata non si era poi concretizzato, rinviando la questione di altri mesi facendo salire l’apprensione tra le maestranze che si sono trovate in mezzo a una pesante crisi economica di una delle aziende brianzole, che fino a prima della pandemia era assolutamente un’eccellenza nel proprio settore. Adesso le parti dovranno redigere una prima versione del piano industriale entro le prossime due settimane. La revisione del piano concordatario a seguito dell’ingresso dei nuovi soci, che dovranno indicare un chief restructuring officer, dovrà completarsi entro 30-40 giorni. Bisognerà quindi pazientare per i sindacati per capire quali sono realmente le prospettive occupazionali dei due siti produttivi per tutelare al meglio la forza lavoro ancora in essere nei due stabilimenti di proprietà della famiglia Carzaniga.