La denuncia: un amministratore di sostegno senza aiuti dopo un anno

La segnalazione di un cittadino di Besana, sconfortato e stanco, per la mancanza di aiuto nei flussi di comunicazione tra l'amministratore di sostegno e un famigliare con disabilità.
Monza Tribunale
Monza Tribunale Fabrizio Radaelli

Scrivo per denunciare le conseguenze che si subiscono se, per senso di responsabilità, si decide di assumere l’incarico di amministratore di sostegno in favore di un famigliare non in grado  di provvedere ai propri interessi“. Inizia così la segnalazione arrivata da un cittadino di Besana, sconfortato e stanco, sia per la mancanza di sostegno da parte di comuni e istituzioni nel complesso iter burocratico legato all’incarico, sia per le lungaggini provocate dalla Cancelleria del Tribunale di Monza, dal quale dipendono i flussi di comunicazione tra l’amministratore di sostegno e il famigliare con disabilità.

La denuncia di un besanese dopo la morte del padre

Dopo la morte di mio papà ho deciso di assumere l’incarico di amministratore di sostegno  nei confronti di mia mamma, disabile ora in Rsa, ma con residenza a Triuggio. L’incarico formale mi è stato conferito il 15 luglio 2021, 4 mesi dopo la domanda, presentata al comune di Besana. Tralasciando il fatto che in quei mesi, data l’impossibilità di accedere ai conti corrente del papà defunto e della moglie, ho dovuto occuparmi personalmente delle spese in carico a mia mamma, il peggio è venuto dopo“, ha raccontato il cittadino.

In banca sono stato informato del fatto che per accedere all’eredità di mio papà ereditata da mia mamma, era necessaria un’istanza del Giudice, operazione che richiede l’intervento di un avvocato, e che bisogna ottenere l’ok del Giudice tramite singole istanze per tante altre operazioni in capo all’amministratore di sostegno. Un iter infinito che richiede la spesa di ingenti somme in denaro e che sommato alla disorganizzazione della Cancelleria del Tribunale di Monza è diventato un vero e proprio incubo“, ha aggiunto.

A un anno dal decesso del coniuge della mamma disabile, il besanese non è ancora riuscito a disbrigare le pratiche che possano assicurare alla persona assistita una qualità della vita degna di ogni essere umano.
La delusione è grande, soprattutto per l’assenza di sostegno da parte dei comuni e dei servizi sociali, come grandi e impenetrabili sono le porte della Cancelleria del Tribunale di Monza, che non è in grado di far funzionare i servizi a disposizione dei cittadini italiani“, ha concluso.