La denuncia della Cgil di Monza «Pensioni più basse con la riforma»

Per Ezio Davide Cigna, direttore dell’Inca Cgil di Monza e Brianza, la riforma delle pensioni firmata Monti-Fornero rischia di penalizzare lavoratori pubblici e privati. Con possibili riduzioni del trattamento pensionistico.

Per Ezio Davide Cigna, direttore dell’Inca Cgil di Monza e Brianza, non ci sono dubbi: «Con la riforma Monti-Fornero a rimetterci saranno i titolari delle pensioni anticipate liquidate dall’Inps e calcolate con la penalizzazione». Tutta colpa – dicono a Monza – della legge 214/201 che non ha solo introdotto il sistema contributivo per tutti dall’1 gennaio 2012, ma ha anche inserito un meccanismo di penalizzazione per tutti coloro che si collocheranno in pensione con meno di 62 anni.Il decreto milleproroghe ha stabilito che le riduzioni non trovano applicazione solo dove il requisito contributivo derivi esclusivamente da prestazione effettiva dI lavoro (maternità, obblighi di leva, infortunio, malattia e cassa integrazione ordinaria). Di conseguenza, afferma l’Inca Cgil, laddove siano presenti periodi di astensione facoltativa post partum, permessi retribuiti, disoccupazione e mobilità, contribuzione volontaria, riscatti, congedo matrimoniale, distacchi sindacali e altro, la pensione potrebbe incorrere in una riduzione pari all’1% per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni fino a 60 anni; 2% per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto ai 60 anni. Per fare due esempi pratici: in base alla nuova legge chi ha 61 anni potrebbe vedersi ridurre la pensione dell’1% mentre chi ne ha 58 potrebbe arrivare al 6%. Per Cigna «l’Inps fino a oggi non ha varato circolari o messaggi per specificare meglio le modalità di decurtazione, ma potremmo avere una forte disparità di trattamento per i lavoratori privati e pubblici con gestione previdenziale ex Inpdad».