Si moltiplicano le prese di posizione sull’Italian Raid Commando, la competizione internazionale per pattuglie militari in programma nel fine settimana in Brianza e che si concluderà domenica con una sfilata a Monza.


Italian Raid Commando in Brianza, le polemiche
Alle prime voci contrarie e ai presidi convocati per la sera del raduno (22 maggio a Briosco), a Monza si sono aggiunte le critiche di LabMonza («è necessario educare alla pace, non alla guerra»), quelle dell’aggregazione di centrosinistra in Provincia, Brianza Rete Comune («Mentre il mondo è in fiamme e la gente muore sotto le bombe ci permettiamo di giocare alla guerra, di esibirla e normalizzarla») e del Partito democratico («C’è una logica sbagliata quando si definiscono sportive esercitazioni di natura militare»).

Italian Raid Commando in Brianza, Corbetta (Lega) sulle polemiche: «Gara che si svolge senza problemi da 37 anni»
La risposta è arrivata dal capogruppo della Lega in Regione, che già nei giorni scorsi aveva avuto modo di definire “fuori luogo” le contestazioni.
«Sono a dir poco imbarazzanti le reazioni scomposte della sinistra brianzola e lombarda contro l’Italian Raid Commando – ha rincarato mercoledì Alessandro Corbetta – un’iniziativa patrocinata dalla Regione e dalle province di Monza Brianza e di Lecco. Una gara internazionale che da 37 anni si svolge, sotto l’egida dell’UNUCI Lombardia ovvero gli ufficiali in congedo, per riunire i militari di diversi Paesi che imparano a conoscersi e a mettersi alla prova in gare di addestramento, resistenza, orientamento e operazioni tattiche. Proprio lo scorso anno si è svolta in Brianza e a Monza senza alcun tipo di problema e di polemica, tra l’altro con la partecipazione anche del sindaco di Monza Pilotto che oggi, invece, con una clamorosa giravolta si affretta a prendere le distanze».

E poi: «Ridicole, inoltre, le mozioni presentate dalle sinistre in Regione Lombardia e in provincia di Monza per revocare il patrocinio concesso a questa iniziativa rivolta agli uomini in divisa che valorizza, tra le varie cose, la conoscenza del territorio e le competenze in materia di sicurezza.
Ci fossero queste prese di posizione di Pd e sinistra, ad esempio, sul tema della sicurezza o contro gli imbrattamenti e le violenze dei centri sociali, Monza sarebbe una città migliore. A sinistra si agitano contro la ‘discriminazione’ e il ‘pericolo fascista’ ma sono i primi a discriminare, vietare e censurare chiudendo invece gli occhi di fronte ai veri problemi».