Anche la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza ha partecipato a un importante studio dedicato alle donne che desiderano affrontare una gravidanza dopo una diagnosi di cancro al seno dovuto a mutazioni dei geni BRCA. La ricerca, pubblicata sulla autorevole rivista medica JAMA (Journal of the American Medical Association) e presentata al San Antonio Breast Cancer Symposium, il più importante congresso internazionale sul cancro al seno, regala gioia e speranza alle giovani donne che hanno conosciuto la malattia con mutazione genetica: possono avere un bambino in scurezza.
Irccs Monza nello studio internazionale: dati di 4.731 donne in 78 centri nel mondo
Lo studio ha preso in considerazione i dati di 4.732 donne con un’età media di 35 anni, seguite in 78 centri nel mondo. Una su cinque ha concepito un figlio entro dieci anni dalla diagnosi di tumore, con un tempo medio dalla diagnosi al concepimento di tre anni e mezzo.
La ricerca ha dimostrato che la gravidanza è possibile e sicura. I tassi di complicazioni o di rischi di malformazioni del feto sono in linea con quelli della popolazione generale, e nelle pazienti esaminate non si è verificato un incremento della probabilità di ricomparsa del tumore. Di solito, la gravidanza dopo un tumore al seno è considerata sicura, ma i dati relativi alle portatrici di BRCA (donne che hanno maggiori probabilità di sviluppare un tumore del seno e delle ovaie) erano finora limitati.
Irccs Monza nello studio internazionale: «Sfatiamo mito dell’impatto negativo degli ormoni»
Le preoccupazioni sulla sicurezza materna e fetale del concepimento dopo il tumore al seno riguardano soprattutto la presunta correlazione tra l’aumento degli ormoni in gravidanza e il rischio di recidiva del tumore.
«I risultati di questo studio consentono di sfatare il mito che gli ormoni della gravidanza possano avere un impatto negativo sull’esito oncologico di queste giovani donne – commenta Robert Fruscio, professore di Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, principal investigator per il centro monzese – Possiamo finalmente fornire rassicurazioni sul fatto che, dopo un’adeguata cura del carcinoma della mammella e un appropriato periodo di osservazione, la gravidanza non dovrebbe più essere sconsigliata a queste donne».
Aggiunge Fabio Landoni, direttore della Clinica di Ginecologia della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori e professore di Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca: «Siamo molto soddisfatti di aver contribuito in maniera significativa a questo studio e orgogliosi di essere diventati negli anni centro di riferimento per la prevenzione dei tumori ginecologici in donne con aumentato rischio genetico».