Ipotesi di guerra Russia-Nato: ecco gli obiettivi strategici vicini a Monza e alla Brianza

Quali sarebbero i possibili obiettivi in caso di un conflitto tra Mosca e l'Alleanza atlantica?
Foto di Alexander Antropov da Pixabay

Se la tensione fra Nato e Russia si inasprisse, l’Italia si ritroverebbe suo malgrado in prima linea, data la presenza nel nostro paese di numerose basi strategiche, importanti per le forze armate italiane, americane e dell’Alleanza atlantica. Sia le basi sia le diverse infrastrutture cruciali per la vita civile si ritroverebbero nel raggio d’azione di aeroplani e missili dell’aviazione di Mosca.

Ipotesi di guerra Russia-Nato: i possibili obiettivi a Varese

La provincia di Monza e Brianza, di per sé, non offre veri e propri bersagli, ma è circondata da potenziali obiettivi sparsi in tutto il Nord Italia e lontani poche decine di chilometri in linea d’aria da Monza: distanze minime nel caso, ipotetico, di utilizzo di armi atomiche. Nella vicina provincia di Varese abbiamo anzitutto la caserma “Ugo Mara” di Solbiate Olona, che è il quartier generale del Nato Rapid Deployable Corps – Italy (NRDC-I): una brigata multinazionale di 400 soldati, italiani e di altri paesi membri, che fa parte della forza di reazione rapida dell’alleanza.

Valenza militare hanno anche le piste e gli attrezzatissimi capannoni delle storiche industrie aeronautiche concentrate in territorio varesino e oggi assorbite dal gruppo Leonardo (ex Finmeccanica), come l’Aermacchi di Venegono, l’Agusta-Westland di Cascina Costa (frazione di Samarate) e la Siai-Marchetti di Seso Calende. Anche l’aeroporto internazionale civile di Malpensa, con le sue enormi piste, lunghe 3,9 km ciascuna, può assumere valore militare in tempo di guerra e divenire un possibile obiettivo.

Ipotesi di guerra Russia-Nato: gli obiettivi al di là del Ticino

Appena al di là del fiume Ticino, in territorio piemontese, troviamo la base aerea di Cameri, in provincia di Novara, una delle principali dell’Aeronautica Militare italiana, sede del 1° Reparto Manutenzione Velivoli (che si occupa di revisionare e aggiustare aerei da combattimento come l’Eurofighter Typhoon o il Tornado) e di capannoni destinati all’assemblaggio dei nuovi caccia Lockheed F-35 destinati agli alleati europei.

Ipotesi di guerra Russia-Nato: gli obiettivi a Milano e dintorni

Volgendo lo sguardo su Milano, oltre all’aeroporto di Linate (pista da 2,4 km), per cui valo lo stesso discorso di Malpensa, abbiamo, nel centro della maggiore città lombarda, in via Brera, il Palazzo Cusani, sede della rappresentanza milanese della Nato e del Comando Militare Esercito Lombardia; in piazza Novelli il Palazzo dell’Aeronautica, sede del Comando della 1° Regione Aerea, ovvero una delle zone di difesa in cul la nostra Aeronautica ha suddiviso il territorio nazionale. Non lontano da Milano, a Mortara, in provincia di Pavia, sono installati grandi radar che vigilano sui cieli dell’Italia settentrionale, inquadrati nella 112esima Squadriglia Radar Remota, nome in codice “Puma”.

Appena a Sud del confine fra Lombardia ed Emilia Romagna, nel comune di San Giorgio Piacentino, in provincia di Piacenza, vi è l’aeroporto militare di San Damiano, ufficialmente chiuso all’attività di volo dal 2017, ma che potrebbe essere ripristinato in caso di bisogno. In provincia di Bergamo, l’aeroporto civile di Orio al Serio, con pista lunga 2,8 km, ha anche natura militare data la presenza in loco del 3° Reggimento Sostegno dell’Aviazione dell’Esercito (Aves), che si occupa della manutenzione tecnica degli elicotteri in dotazione alle nostre forze armate.

Ipotesi di guerra Russia-Nato: a Brescia il principale tra gli obiettivi

Passando alla provincia di Brescia, non è chiaro quanto il diffuso distretto industriale locale delle armi da fuoco leggere, cioè fucili, pistole e mitragliette (di cui è capofila la Beretta di Gardone Val Trompia) possa essere considerato un obiettivo proporzionato per missili russi a lungo raggio, sia perché gran parte della produzione della zona è limitata ad armi sportive o da caccia, sia perché la componente militare che riguarda le armi individuali e non grandi armamenti dalla portata devastante.

Detto questo, il territorio bresciano ospita quello che può essere indubbiamente considerato l’obiettivo strategico numero uno per importanza fra quelli posizionati nel raggio di un centinaio di chilometri da Monza, ovvero la base aerea di Ghedi, nella quale sono conservate decine di armi nucleari americane pronte all’uso.

*Articolo originariamente pubblicato su Il Cittadino (edizioni cartacee) di Sabato 2 Aprile 2022.