Infermieri, il Nursing Up dice sì al fondo da 4 miliardi per l’assistenza domiciliare

Il sindaco degli infermieri Nursing Up promuove il piano da 4 miliardi per l’assistenza domiciliare ma dice: «I nostri professionisti possono essere coordinatori della salute».
Infermieri ospedalieri
Infermieri ospedalieri

Il presidente del sindacato nazionale infermieri Nursing Up Antonio De Palma plaude all’accordo sancito tra Governo e Regioni nell’ambito del Pnnr che prevedeva, da mesi, lo stanziamento di ulteriori 4 miliardi di euro per rafforzare l’assistenza domiciliare.

«Il ruolo sempre più centrale, la figura sempre più indispensabile degli infermieri italiani nell’ambito di un sistema sanitario che ha bisogno di crescere giorno dopo giorno, puntando apertamente sulle elevate professionalità di cui dispone, possono e devono rappresentare la chiave di volta per la tutela del cittadino, del malato e, in particolare, dei soggetti fragili -sottolinea De Palma – Lo avevamo ribadito, con forza, a suo tempo, lo diciamo ancora adesso: un’ occasione da non perdere quella della nuova, ingente disponibilità economica da mettere al servizio dei cittadini. E ora che ci sono anche le risorse, non possiamo che costruire, insieme, la svolta positiva che la nostra sanità da tempo aspetta».

Secondo il sindacato, però, «non basta fregiarsi del merito degli accordi e dei patti conclusi, se poi nei fatti si lascia tutto a metà». Gli infermieri del Nursing Up concordano sulla linea espressa dal ministro della Salute Speranza che sostiene che gli «ospedali di comunità costituiscono il decisivo passo in avanti per tutelare i malati nell’ambito del rafforzamento di una assistenza domiciliare che riduca i ricoveri e si prenda cura dei malati cronici e degli anziani». Tuttavia, secondo il sindacato «bisogna valorizzare senza ulteriore indugio la figura degli infermieri che hanno le carte in regola per prendersi sulle spalle la responsabilità della salute dei cittadini, assumendo un ruolo di coordinamento di figure ad essi sottoposte. Ecco l’infermiere coordinatore, o il “case manager” di cui parla la nostra Fnopi, quello che guida il piano di lavoro giornaliero, organizzando e collaborando con gli altri infermieri per la parte operativa, mentre il medico effettua le diagnosi e indica le terapie da eseguire».

Attualmente, però, le cose stanno andando diversamente con una carenza cronica di 80mila professionisti. Alla luce del sancito accordo Governo-Regioni, Nursing Up si sofferma sui dati diffusi da Agenas, che individua il fabbisogno di infermieri di famiglia, indicando non più gli 8 professionisti ogni 50mila abitanti previsti dalla vigente normativa, ma bensì 1 professionista ogni 2-2500. «Questo vuol dire solo una cosa-aggiunge De Palma- organizzare un piano capillare di assunzioni da nord a sud. Per quanto ci riguarda, nella nostra qualità di iscritti agli Ordini professionali, auspichiamo che la Fnopi assuma una posizione determinata, e che si avvalga delle sue prerogative di ente sussidiario dello Stato per richiedere assunzioni a tappeto, posto che il ruolo centrale non va solo rivendicato e meramente menzionato».

Dove reperire gli infermieri mancanti? Il sindacato lancia la sua proposta: «Occorre riaprire le realtà concorsuali ferme al palo da troppo tempo, richiamare gli infermieri italiani dall’estero con contratti degni di tal nome, mettere un argine alle fughe all’estero dei giovani colleghi, costruendo nuove basi contrattuali per una professione che merita».