«I piloti non muoiono mai, volano solo un po’ più in alto». Questa frase, apparsa sull’epigrafe posta all’ingresso del Santuario di Santa Valeria a Seregno, ha accolto i tanti parenti ed amici che sono accorsi per la santa Messa di saluto a Sibilla Giardina, la venticinquenne di Lentate sul Seveso, vittima a metà luglio di un tragico incidente in Polonia, verificatosi durante un’esercitazione di volo a Bydgoszcz, una delle ultime del percorso formativo che le avrebbe consentito di diventare pilota di voli di linea.
«Poche circostanze della vita -ha spiegato nell’omelia don Giorgio Lavezzari, amico di famiglia, che ha presieduto la mesta funzione- strappano i nostri progetti come una morte non prevista, improvvisa e non dovuta. Basta guardarsi attorno per capire che trama di rapporti aveva Sibilla. La vita è un imprevisto, qualcosa dentro la quale noi vediamo fino ad un certo punto. Ma c’è un Padre, c’è qualcuno più grande di noi, una mano che ha tirato fuori la nostra vita dal nulla e che è capace di ridarci la vita, questa volta definitiva».
Al termine, prima del momento forse più toccante, con gli Scout che si sono radunati sull’altare per un canto commosso di commiato, alcuni amici hanno voluto leggere un loro messaggio di ricordo di Sibilla. «Eri sempre disponibile per gli altri -ha sottolineato un’amica Scout- e sempre pronta a metterti in gioco. Non ti sei mai tirata indietro». In assenza della salma, già tumulata a Cesano Maderno nella tomba della famiglia paterna, Sibilla Giardina in chiesa è stata ricordata da una fotografia, che la ritraeva con il volto illuminato dalla sua gioia di vivere, e dalla sua divisa di Scout.