«Il Santo Padre ha deciso che il sinodo sull’Amazzonia andava fatto a Roma, proprio perché ciò che succede in Amazzonia riguarda tutti». Lo ha detto monsignor Eugenio Coter nel salone della Casa della Carità a Seregno mercoledì 15 giugno; e in effetti è difficile, dopo aver ascoltato le sue parole, dargli torto. Invitato dall’associazione Carla Crippa, il missionario che opera nel Vicariato Apostolico del Pando, una regione della foresta amazzonica situata nel nord della Bolivia, ha ringraziato i volontari seregnesi per aver aiutato ad acquistare il primo motore elettrico per una barca della regione. Spesso non c’è altro modo per Coter e i suoi collaboratori per raggiungere i villaggi del vicariato. «Sembra una cosa da nulla -ha detto il missionario-, ma noi che insistiamo tanto su certi temi, dobbiamo essere i primi a dare l’esempio. Solo così, infatti, possiamo essere seguiti dai pescatori del posto».
Bolivia: la questione ambientale nelle parole di monsignor Coter
II problema ambientale è preminente in un’area che è letteralmente il polmone verde del pianeta. «La funzione della foresta -ha continuato Coter– è fare da pompa dell’acqua: ogni albero equivale a centinaia di litri che viaggiano nell’atmosfera e raggiungono, grazie alle correnti, territori anche lontani come il bacino del Congo in Africa, sotto forma di pioggia. Purtroppo, c’è ancora del lavoro da fare perché anche gli abitanti di queste terre capiscano che importanza ha il loro territorio: molte tribù indigene vendono concessioni sulle loro foreste, per avere in cambio la liquidità che manca. È difficile spiegare che così facendo stanno svendendo il futuro dei loro figli: le multinazionali cinesi si stanno comprando migliaia di ettari di foresta da mettere a pascolo, per soddisfare l’enorme domanda di carne bovina nel loro paese, e per fare questo sborsano milioni di euro. Fortunatamente, tra i giovani le cose stanno cambiando: ora chi svende pezzi di foresta deve farlo di nascosto, perché ha un po’ paura del giudizio della comunità. In un villaggio della missione i ragazzi hanno bloccato la vendita di un terreno forestale protetto a 900 chilometri di distanza, sfruttando un cavillo burocratico, ma la politica li lascia completamente soli in questa battaglia».
Bolivia: lo spaccio di droga l’altra emergenza sociale
La corruzione e il malgoverno influiscono anche sull’altro problema prioritario in Bolivia: lo spaccio di droga. «Anche nei fiumi del Pando è iniziata da tempo la ricerca spasmodica dell’oro, che danneggia i fondali -ha continuato il vescovo-: questo oro serve alle organizzazioni criminali per pulire il denaro guadagnato con lo spaccio. I soldi su questo mercato sono talmente tanti che, quando i trafficanti portano la cocaina in altre località, poi bruciano l’aereo o l’elicottero, perché tanto comprarne subito un altro è un costo ammortizzabile. Tutto è collegato: l’emergenza ambientale e il dramma della droga che porta via così tanti giovani si intrecciano». Anche per questo si sente sempre più la necessità di agire sulle nuove generazioni; il vicariato gestisce dieci collegi nell’area del Pando, che offrono istruzione di qualità, ma l’associazione Carla Crippa, insieme a Coter, sta lavorando per creare borse di studio per permettere ai ragazzi del posto di studiare nelle migliori scuole di falegnameria del Sud America. «Sto prendendo contatti con istituti del Mato Grosso -ha detto il missionario-, per cercare di quantificare i costi necessari». Il progetto, ha detto Alberto Novara, presidente dell’associazione Carla Crippa, si chiamerà “Legnamè”, anche per ricordare i fratelli Crippa e la Brianza.