Il vertice dei sindaci a Monza «Troppa incertezza sulle tasse»

Un vertice a Monza tra i vertici di Anci e i sindaci e amministratori della Brianza per confrontarsi sui nuovi tributi e le incertezze legate al futuro dei servizi al servizio di circa 800mila cittadini. I timori sono tanti.
Il sindaco di Monza Roberto Scanagatti
Il sindaco di Monza Roberto Scanagatti archivio

Un vertice a Monza tra i vertici di Anci e i sindaci e amministratori della Brianza per confrontarsi sui nuovi tributi e le incertezze legate al futuro dei servizi al servizio di circa 800mila cittadini.

È andato in scena lunedì in municipio ed è stato anche l’occasione per illustrare i principali risultati di una ricerca condotta da Ipsos da cui è risultato che, nonostante la sfiducia nella politica nazionale e nelle istituzioni, i sindaci sono avvertiti come l’ultimo baluardo vicino ai cittadini.

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L’incertezza dei Comuni è legata alla situazione non ancora chiarita sulle tasse locali. Che significa non sapere con quali risorse potranno garantire nel 2014 i servizi che dovranno necessariamente essere erogati ai cittadini, dai nidi ai servizi sociali, dalla manutenzione di scuole e strade, all’assistenza ad anziani e disabili. . Paventando l’ipotesi di aumentare le tasse locali per poter mantenere i servizi minimi.

«Vogliamo più chiarezza sulle tasse locali che dovremo applicare e sui trasferimenti dallo Stato, altrimenti dovremo ridurre gli investimenti e aumentare le aliquote», hanno detto i sindaci della lombardia, protestando contro la legge di stabilità e stigmatizzando la scarsa chiarezza sulle imposte locali.

Il quadro è fosco: già oggi i Comuni sono costretti a tagliare del 30% gli investimenti per poter far quadrare i bilanci. La protesta ha portato i sindaci lombardi a intraprendere un tour lungo i dodici capoluoghi della Regione per presentare i problemi legati alla legge di stabilità. Monza compresa.

«Siamo a febbraio e i comuni non sono ancora in grado di fare i bilanci perché c’è incertezza sulle risorse a nostra disposizione – ha commentato il sidnaco Roberto Scanagatti – c’è un malessere diffuso da parte dei sindaci e i dati certificano che non è nelle amministrazioni locali che si annidano gli sprechi».

Il concetto espresso dall’Anci è quello che i sindaci sono costretti a fare da esattori per conto dello Stato, senza però trattenere nessun finanziamento per lo sviluppo dei Comuni. Un ulteriore aumento delle tasse, previsto nel caso venissero a mandare i trasferimenti promessi dallo Stato, sarebbe qualcosa di inaccettabile da parte dei cittadini. Per i comuni, però, non ci sarebbe alternativa per mantenere il livello di servizi attuale. Già oggi, infatti, i Comuni sono costretti a tagliare sulle manutenzioni delle aree e delle strutture pubbliche per poter non tagliare sui servizi indispensabili.