«È un gesto estremo, ma siamo costretti dall’indifferenza che il governo e le istituzioni ci hanno riservato. Altri sono stati trattati molto meglio: ci hanno preso a schiaffi». La presidente Anna Maria Di Oreste e il procuratore capo Corrado Carnevali hanno spiegato così, in una conferenza stampa dai toni accesi, le motivazioni della incredibile decisione di chiudere tutti i mercoledì il tribunale di Monza, il sesto più grande d’Italia con un bacino di oltre un milione di cittadini.
«E non vediamo l’ora che ci mandino gli ispettori del lavoro per vedere quanto si lavora e in quali condizioni», hanno aggiunto polemicamente per rendere più chiari i contorni del problema.
«C’è poco personale amministrativo, si fanno solo atti urgenti», avevano fatto sapere comunicando la chiusura all’utenza per un giorno alla settimana delle cancellerie. Si ricevono solo «atti indifferibili» o super «urgenti». E in tutti gli altri giorni feriali gli sportelli saranno aperti solo dalle 10 alle 13. Il personale inoltre non risponderà più a telefonate e a mail.
Sono 37.000 i procedimenti civili, 22.000 quelli penali e quasi 8.000 liquidazioni e crediti gestiti da 107 dipendenti amministrativi invece di 144. In Procura ci sono 45 cancellieri su 59 previsti in pianta organica. Un sottodimensionamento già riconosciuto nel 2010 dagli ispettori ministeriali ma non è accaduto nulla. Quindi la presidente del tribunale Di Oreste, insieme al procuratore capo Corrado Carnevali, ha preso la decisione di ridimensionare il lavoro del tribunale, in attesa di rinforzi. Che probabilmente non arriveranno solo in minima parte.
Il ministero ha infatti pubblicato un bando per 1.032 posti in Italia – mentre quelli vacanti sono 9.000 – ma a Monza ha riservato solo 1 posto su 14 mancanti in Procura e solo 2 (peraltro direttori) su 37 in Tribunale. Una situazione che per Di Oreste non è accettabile.