Il Tar dice no alla costruzione di una rsa a Carate

Il tribunale amministrativo regionale ha respinto il ricorso di privati che volevano realizzare una casa di riposo vicino all'ospedale di Carate.
Carate municipio
Carate municipio

Il Tar della Lombardia respinge il ricorso presentato dai privati per la costruzione di una Rsa, a Carate Brianza, nelle vicinanze dell’ospedale. Si è espresso nei giorni scorsi il Tribunale amministrativo regionale nei confronti della proposta avanzata dalla famiglia Barbiano di Belgiojoso, proprietaria in città di un ampio appezzamento di circa 10 mila quadrati di fronte al presidio ospedaliero.Secondo la quarta sezione del Tar, quella dell’amministrazione dell’ex sindaco del Partito democratico, Francesco Paoletti, fu una scelta legittima ed è lo stesso Paoletti, ora capogruppo all’opposizione, a commentare «con serenità e soddisfazione una sentenza, che dà ragione alle nostre previsioni» .

Il Tar dice no e la variante del Pgt 2018

Nel 2018, in fase di adozione dell’allora variante generale al Piano di governo, l’Esecutivo di centrosinistra aveva deciso di non concedere la capacità edificatoria sul terreno, ma di redistribuire i carichi urbanistici prevedendo l’area come vincolata a verde privato con indice diffuso, lasciando alla famiglia la possibilità di commercializzare i diritti volumetrici vendendoli a potenziali acquirenti o trasferendoli altrove. La richiesta del privato, invece,  andava nella direzione di poter realizzare un intervento in edilizia convenzionata già avanzato al Comune nel 2012 e, di fatto, non accolto poi dalla variante al Pgt approvata cinque anni fa dalla Giunta Paoletti.

Il Tar dice no e la soddisfazione di Paoletti

«Quando abbiamo preso in mano il Pgt – spiega Paoletti-  è emerso che esisteva un vincolo superiore richiamato nella sentenza che asserviva a un a futuro uso sanitario pubblico dell’area proprio perché vicino all’ospedale, che, qualora avesse necessità di espandersi o di altri servizi, può farlo su quell’area. Una volta insediata la nostra amministrazione, abbiamo applicato la logica comune a tutto il Pgt ovvero ridurre la possibilità edificatoria come fatto per l’area in questione, su cui, vige anche quel vincolo, che non è mai venuto meno, un vincolo molto più stringente. Ora accolgo con soddisfazione la sentenza del Tar, poiché si è compreso che abbiamo agito in piena legittimità nell’interesse pubblico. Le doglianze formali del privato non sono  sostanziali, mentre la richiesta più sostanziale non è sorretta dalla giurisprudenza».Nella sentenza il Tar ritiene «pienamente legittime disposizioni regolatorie, quali quelle oggi impugnate, che, ponendo limiti all’edificabilità più stringenti di quelli posti dal vincolo paesaggistico, prevedono una disciplina del territorio coerente con gli interessi tutelati».La sentenza del Tribunale amministrativo ha respinto anche la richiesta di risarcimento avanzata dalla proprietà al Comune.