Ore 14 di sabato 21 maggio il Seveso a Lentate ha sfondato ancora gli argini. Per fortuna si è trattato solo di una simulazione di esondazione, organizzata dall’amministrazione comunale e in particolare dal sindaco Rosella Rivolta. La finalità è stata esercitare le forze di pronto intervento presenti sul territorio, per prepararle nel caso in cui il fiume fuoriuscisse ancora, com’era avvenuto nel luglio e nel novembre del 2014.
Ferite che non si cancellano in particolare in via Tintoretto, dove le famiglie stanno ancora pagando i danni subiti dalle proprie abitazioni.
La simulazione è scattata alle 14 col risuonare della sirena d’allarme, pagata e installata dai residenti, che avvisa se il fiume supera i due metri e mezzo d’altezza. Erano presenti il responsabile dell’ufficio tecnico comunale, la polizia locale e il comandante, la Protezione Civile Lentate e quella di Seveso, che ha portato la strumentazione tra cui un’idrovora usata per simulare l’aspirazione dell’acqua dalla casa di Angelo Colombo. All’esercitazione erano presenti poi la Croce Rossa Lentate, i carabinieri della locale stazione e i volontari dell’associazione nazionale carabinieri.
Per Gabriele Pagliari, uno degli abitanti e fondatore del gruppo Facebook “Monitoraggio Seveso”, l’iniziativa è stata positiva, per consentire ai volontari di esercitarsi, cosa che non era mai avvenuta prima. Non tutti però la pensano così. Ha spiccato l’assenza dei vigili del fuoco, i primi a intervenire in caso di emergenza. Il sindaco ha allertato la centrale del comando provinciale pompieri di Milano, ma non ha richiesto l’uscita dei due mezzi messi a disposizione. Eppure nel 2014 i primi a intervenire in via Tintoretto e non solo furono proprio i vigili del fuoco. Così sarebbe nella realtà nel caso si verificasse un’altra esondazione.