Era il 1467, il 18 ottobre, quando la comunità dei frati francescani faceva il suo ingresso a Monza nel santuario delle Grazie dedicato all’Annunciazione di Maria. A volerli in città, allora, furono i monzesi e a chiamarli fu il primo cittadino dell’epoca, Giovanni da Vergiate. Ricevuta la richiesta ufficiale il capitolo francescano decise che un gruppo di frati, provenienti dal convento milanese di Sant’Angelo, si sarebbe trasferito per animare quel santuario nato per dare una casa degna al dipinto dell’Annunciazione, realizzato qualche decennio prima. Il primo guardiano fu frate Antonio.
I lavori per la costruzione del santuario e del convento durarono quattro anni. L’8 settembre 1463 venne posata la prima pietra, e quattro anni dopo iniziano le celebrazioni liturgiche.
«Avere in città una comunità francescana era un vanto – racconta frate Alberto Tosini, da un anno superiore del convento – Quelli erano gli anni in cui san Bernardino da Siena era considerato quasi un eroe nazionale, tutti lo volevano per ascoltare le sue predicazioni, e venne anche qui a Monza, appena arrivarono i frati. Inoltre il culto mariano era particolarmente sentito, e poter contare sulla presenza di un santuario dedicato proprio all’Annunciazione era qualcosa di prestigioso e importante».
Col passare dei decenni il santuario delle Grazie divenne punto di riferimento per la spiritualità mariana. I pellegrini arrivavano ogni giorno anche da lontano per venerare l’immagine collocata sull’altare maggiore. Un afflusso talmente importante di gente che i frati decisero, nel 1632, di realizzare un porticato davanti alla facciata proprio per garantire un riparo per la pioggia e un luogo dove potersi riposare dopo il lungo cammino.
Pochi anni più tardi, ne 1649, accanto al santuario sorge anche il lanificio, che fornisce le tele per gli indumenti francescani di tutta la Lombardia. Il via vai dei fedeli continua ininterrotto fino all’Editto di soppressione voluto da Napoleone nel 1810. Il santuario e l’annesso convento vengono confiscati, diventando proprietà del Demanio. I frati lasciano la loro casa non prima però di aver messo in salvo il quadro dell’Annunciazione, il cuore del convento. Un sacerdote lo acquista e lo mette in una chiesa che per l’occasione viene ribattezzata delle Grazie nuove. Passano più di cento anni prima che la comunità dei frati torni ad abitare il santuario, che nei lunghi anni di abbandono viene usato come magazzino, fienile e persino stalla, con i cavalli sistemati negli spazi della chiesa. Solo nel 1931 la chiesa delle Grazie ritrova la sua dignità di luogo di culto e i frati tornano a casa.
Per celebrare i suoi primi 550 anni la comunità francescana di oggi proporne diversi momenti di incontro, per raccontare la storia di uno degli angoli più antichi della città.
Sabato 21 ottobre, alle 18.15, verrà esposta nella cappella di san Francesco una riproduzione minuziosa e fedele della Regola francescana del 1223 riprodotta su pergamena. Domenica 22 ottobre il sindaco Dario Allevi e alcuni membri della giunta saranno presenti alla messa delle 10.30.
«Ho voluto che partecipasse il sindaco di oggi per ringraziarlo in ricordo di quanto ha fatto il suo predecessore nel 1467, chiamandoci qui – spiega frate Tosini – È una restituzione di gratitudine».
Le celebrazioni continuano con il concerto del coro Fioccorosso il 28 ottobre, alle 16.45, dal titolo “Camminando con Francesco”: rassegna di canti dedicati alla storia del santo. Altri appuntamenti sono in programma per la primavera 2018.