Il prefetto Palmisani a Seregno per il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica

L'incontro ha riguardato i Comuni che fanno parte del territorio di competenza della compagnia dei carabinieri con sede in piazza Prealpi. La delittuosità è stata segnalata in contrazione
Il prefetto Patrizia Palmisani al museo Vignoli

Gli spazi del museo Vignoli di via De Nova a Seregno hanno ospitato lunedì 21 novembre una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, finalizzata ad un punto della situazione sull’andamento della delittuosità sul territorio di competenza della compagnia dei carabinieri con sede proprio a Seregno, in piazza Prealpi. Hanno partecipato il prefetto di Monza e Brianza Patrizia Palmisani, i vertici provinciali delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco ed i sindaci o loro delegati dei Comuni interessati.

Sicurezza: fondamentale il lavoro di squadra

Il prefetto in visita alla mostra di Luca Crippa e Bernardino Luini

Prima dell’inizio dei lavori, Palmisani è stata ricevuta a palazzo Landriani-Caponaghi di piazza Libertà da Alberto Rossi, sindaco di Seregno. Dopo una breve visita alla mostra con opere di Luca Crippa e Bernardino Luini, al piano terreno dello stesso edificio, il prefetto ha incontrato i giornalisti. «L’idea -ha spiegato Palmisaniè di analizzare l’andamento della delittuosità nei Comuni, dando l’immagine di istituzioni che si incontrano e dando la possibilità ai sindaci di confrontarsi con il prefetto, i vertici provinciali delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco. Credo molto al concetto di lavoro di squadra. Durante la pandemia, c’è stato un confronto diretto tra il mondo sanitario e le istituzioni locali, per un supporto al lavoro del mondo sanitario. In realtà, mi sono poi accorta di come il sistema sanitario abbia dato una mano a noi, per comprendere l’evoluzione del fenomeno, e questo ha permesso ai sindaci di essere più consapevoli della situazione. C’è stato un vero scambio di prospettive».

Sicurezza: la delittuosità è in contrazione

Patrizia Palmisani, a destra, durante l’incontro con i giornalisti, al fianco di Alberto Rossi

Il prefetto è quindi entrata nel merito delle questioni di maggior rilievo in termini di delittuosità: «L’andamento del 2021 è stato sostanzialmente identico a quello del 2019. I dati del 2020 non li abbiamo considerati nella nostra analisi un riferimento determinante, per la particolarità dell’anno. Registriamo una sostanziale diminuzione della delittuosità, in linea con il trend dell’intera provincia. Per quanto attiene i reati di maggior impatto, i reati contro il patrimonio sono in contrazione, mentre sono in incremento le truffe informatiche, che colpiscono in gran parte gli anziani, che hanno meno strumenti per opporsi. Il reato qui viene imputato nel luogo dove si trova la vittima, anche se spesso l’autore non è nemmeno in Italia. C’è una diminuzione delle violenze sessuali, passate dalle diciotto del 2019 alle otto del 2021. Qui la problematica è soprattutto culturale e su questo bisogna incidere. Sono in aumento invece i maltrattamenti familiari. Anche in questo caso, la problematica è culturale. Tuttavia, l’azione di sensibilizzazione può aver contribuito a produrre un’impennata delle denunce. Infine, è emersa una contrazione dei reati connessi agli stupefacenti, scesi da settantadue a quarantacinque».

Sicurezza: attenzione al disagio giovanile

L'incontro ha riguardato i Comuni che fanno parte del territorio di competenza compagnia dei carabinieri con sede in piazza Prealpi. La delittuosità è stata segnalata in contrazione
Parte dei sindaci al lavoro al museo Vignoli

Palmisani ha infine puntato sul disagio giovanile: «Qui abbiamo chiesto la collaborazione di tutte le istituzioni, con un tavolo che ha evidenziato spunti che saranno ora oggetto di tavoli tematici. Oggi il problema non è particolarmente allarmante. Ci sono aggregazioni giovanili che manifestano contrarietà alle regole, non vere e proprie baby gang. L’aggregazione è fondamentale, non solo per i giovani. Momenti di rottura con le generazioni passate sono quasi fisiologici: il tutto va però ricondotto al rispetto delle regole. Ai giovani dobbiamo sapere offrire un supporto». Su questo, il sindaco Rossi ha poi sottolineato come «il museo Vignoli, dove andremo adesso, è sede dell’istituto tecnico superiore, realtà di formazione che facilita l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Di fatto, è una casa dei giovani».