Il parroco e l’imam, italiani e ucraini: più di 600 persone in piazza a Seregno per dire no alla guerra in Ucraina

È stata carica di emozione la manifestazione contro la guerra che è andata in scena in piazza Concordia a Seregno: oltre 600 le persone presenti.
La folla in piazza Concordia
La folla in piazza Concordia

Oltre seicento persone hanno risposto alla chiamata della Casa della Carità di Seregno, raccolta da tutte le associazioni locali, per dar corpo alla manifestazione di protesta contro la guerra scatenata da Putin in Ucraina e nel contento manifestare la solidarietà nei confronti del popolo ucraino. Nella centrale piazza della Concordia, sabato 26 febbraio, era presente una buona fetta della locale comunità ucraina che conta 420 residenti, le associazioni aderenti alla consulta del volontariato sia culturale che sportivo, Emergency Monza e Brianza, Anpi, Acli, i rappresentanti dei sei oratori, la scuola di italiano per stranieri di Seregno e Giussano, scout, tutti i componenti dell’amministrazione comunale con alla testa il sindaco Alberto Rossi e molti consiglieri comunali di entrambi gli schieramenti, la comunità pakistana con l’iman di Desio Qari Mohammed Zammurd e il portavoce locale Nazir Chaudhry Shahid.

Il parroco e l’imam, italiani e ucraini: più di 600 persone in piazza a Seregno per dire no alla guerra in Ucraina
L’iman di Desio Qari hammed Zammurd

Su tutto hanno spiccato il tricolore italiano, la bandiera dell’ucraina e la molteplicità di cartelli con la scritta “No alla guerra”, “Salviamo Ucraina”. L’evento è stato coordinato da Gabrielle Moretto, responsabile della Casa della Carità, che ha ceduto subito la parola all’iman di Desio, il quale ha citato un versetto del Corano in cui viene detto: “I mussulmani sono contro la guerra, l’essere umano deve stare in pace e ci schieriamo contro chi vuole la guerra. Noi siamo per la pace. Chi uccide una vita è come se avesse ucciso un’intera comunità. Chi salva una vita salva tutta l’umanità». È seguito l’intervento di monsignor Bruno Molinari, responsabile della comunità pastorale san Giovanni Paolo II di Seregno, che ha esordito così: «Ho un pezzo di cuore in Ucraina. Benedetto XV, come altri pontefici fino a Giovanni Paolo II, hanno sostenuto nelle loro encicliche che la guerra è una grande strage. Condividiamo la pena di queste persone che vivono nell’angoscia, sono nell’afflizione per quello che succede nella loro terra a genitori, mariti, figli, parenti che hanno lasciato per venire a lavorare qui. Siamo vicini alla comunità ucraina che con orgoglio reggono questo grave peso. Non dobbiamo dire un forte “no” alla guerra e possiamo intercedere con la preghiera».

Il parroco e l’imam, italiani e ucraini: più di 600 persone in piazza a Seregno per dire no alla guerra in Ucraina
L’iman di Desio Qari hammed Zammurd

Ha proseguito affermando che il cardinal Carlo Maria Martini il 29 gennaio 1991 aveva scritto una riflessione sul senso profondo di una vera preghiera per la pace. «Per il Martini, intercedere non vuol dire semplicemente “pregare per qualcuno”, come spesso pensiamo. Significa “fare un passo in mezzo”, fare un passo in modo da mettersi nel mezzo di una situazione. Intercessione vuol dire mettersi là dove il conflitto ha luogo, mettersi tra le due parti in conflitto. Non si tratta solo di articolare un bisogno davanti a Dio (Signore, dacci la pace!), stando al riparo. Si tratta di mettersi in mezzo».

Il parroco e l’imam, italiani e ucraini: più di 600 persone in piazza a Seregno per dire no alla guerra in Ucraina
L’iman di Desio Qari hammed Zammurd

Ha concluso spiegando che l’arcivescovo Mario Delpini ha detto che vorrebbe essere con la corona in mano sulle linee dei due fronti. Infine ha recitato la preghiera di san Giovanni Paolo II scritta per la pace. È seguito l’intervento del sindaco Alberto Rossi, che tra l’altro si è chiesto cosa serve essere in piazza oggi a dire il “no alla guerra”, cosa serve riempire le piazze. «Serve a dire che non ci lasciamo vincere. Siamo qui per unirci ad un grande e forte abbraccio collettivo alla comunità locale ucraina e dire loro che noi ci siamo» ha detto il primo cittadino.

Il parroco e l’imam, italiani e ucraini: più di 600 persone in piazza a Seregno per dire no alla guerra in Ucraina
L’iman di Desio Qari hammed Zammurd

La portavoce della comunità ucraina Oksana Kolotynska ha ricordato a tutti quello che sta succedendo nella sua terra e che la comunità locale pensa a dare sostegno ai soldati che stanno combattendo per la Patria. Ha invitato poi tutti gli ucraini presenti a intonare e cantare l’inno nazionale. Su tutti i volti sono scese lacrime di commozione e in molti sono scoppiati a piangere. In particolare una giovane ventenne a Seregno da una settimana, sposata da sei mesi, che ha ricevuto la notizia che suo marito che si è arruolato, è deceduto. Gli interventi sono stati inframmezzati da vari brani musicali: un canto ucraino, la colonna sonora di Schindler Litz , il motivo di Bob Dylan “Blowin’ in the wind”, e il brano di Laura Pausini “il mondo che verrà”. Un lunghissimo applauso ha concluso la manifestazione che si è protratta per quasi due ore al grido di “Viva l’Ucraina”.