Il parchetto in piazza San Francesco a Valle Guidino di Besana in Brianza sarà intitolato a suor Anna Bonfanti, besanese doc e missionaria villese amatissima, venuta a mancare nel 2021, all’età di 82 anni. «Missionaria in Mozambico per oltre 50 anni è stata un grande esempio di generosità, di coraggio e di dedizione completa al prossimo. L’intitolazione è un segno tangibile per mantenere sempre vivo il ricordo di chi ha dedicato la vita ai bisognosi, ad avviare iniziative benefiche e a far costruire molte scuole», ha riferito la giunta Pozzoli.
Intitolazione: come è nata la proposta
L’idea di intitolare il parchetto recentemente realizzato a Valle Guidino nasce da lontano. Da una classe della scuola elementare Pezzani di Villa Raverio, che in una ricerca sul territorio, analizzando l’elenco delle vie, ha scoperto che sono intitolate quasi totalmente a personaggi di sesso maschile. I ragazzi hanno così chiesto al sindaco, Emanuele Pozzoli, per le future intitolazioni, di prendere in considerazione personaggi di sesso femminile. Alla richiesta dei giovani studenti si è poi unito il monito di diversi cittadini di Valle Guidino, località natale di suor Anna, estimatori della religiosa, che lo scorso 15 novembre hanno presentato la richiesta di intitolazione alla religiosa del parchetto della frazione. «Con l’intitolazione potrà essere ricordata per sempre come esempio di generosità e di dedizione completa alla causa del Vangelo nella carità missionaria», hanno riferito i cittadini, motivando la richiesta. Domanda che proprio negli scorsi giorni ha ricevuto il via libera dalla giunta Pozzoli.
Intitolazione: chi era la religiosa besanese
Nata a Valle Guidino il 20 aprile 1939, secondogenita di 10 fratelli, in una famiglia contadina, suor Anna Bonfanti maturò la vocazione religiosa all’età di 17 anni. Entrò così a far parte della congregazione delle Suore di Maria Ausiliatrice ed il 5 agosto 1965 venne consacrata con la pronuncia dei voti. Nei successivi 4 anni svolse la sua attività religiosa a Torino e a Roma, poi, il 12 maggio 1969 ricevette la proposta di partire come missionaria in Mozambico, nell’Africa meridionale. Accettò volentieri, seguendo un desiderio che si portava dietro fin dalla preadoloscenza, e nel 1970 partì per l’Africa. Operò inizialmente come insegnante in una scuola professionale femminile e catechista in aiuto ai padri missionari del posto, a Chiure, nel nord del Mozambico. Il suo progetto educativo aveva come obiettivo la crescita morale e culturale della donna africana, che nella cultura locale veniva considerata solo in ambito familiare. Ma non solo. In Mozambico, dove rimase per oltre 50 anni, si spese per migliorare le condizioni di vita della popolazione locale, con un occhio di riguardo verso le giovani e le donne, molte delle quali profughe dai luoghi dove la guerriglia, in corso negli anni 70 e 80 era più forte. Si è battuta un’intera vita per dare la possibilità alle ragazze più povere di accedere all’istruzione. Aiutò a costruire un laboratorio di sartoria e qualche anno più tardi il Centro di formazione professionale “Don Bosco”, dando a molte ragazze la possibilità di lavorare. La sua attività è proseguita fino a pochi mesi prima della morte, avvenuta, dopo oltre 50 anni di impegno per la gente e, soprattutto, per le donne del Mozambico, il 13 ottobre 2021.