Ha preso il via da via Verri 113 a Biassono – dove abitavano Alberto Riboldi, Mario Villa e Ida Crippa, biassonesi arrestati, deportati e uccisi dai nazifascisti – la manifestazione organizzata nel Giorno della memoria dalla sezione locale dell’Anpi insieme alla sezione provinciale dell’associazione dei partigiani e i rappresentanti di Cgil e Cisl, per ricordare i deportati ed esprimere grande contrarietà per la scelta dell’amministrazione di non celebrare quest’anno il Giorno della memoria, e di non entrare a far parte del Comitato provinciale pietre di inciampo.
Alla manifestazione hanno preso parte anche alcuni cittadini che giovedì 27 gennaio hanno voluto depositare un fiore rosso sulle “finte” pietre di inciampo, quelle realizzate in cartoncino dai volontari della sezione locale dell’Anpi intitolata a Livio Cesana, per ricordare sette biassonesi arrestati e deportati nei campi nazifascisti.
«Se le istituzioni non si impegnano a riempire di civiltà la nostra società, tocca a noi dell’Anpi farlo, come abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo – ha detto Fulvio Franchini, presidente provinciale dell’Anpi, intervenuto alla manifestazione -. E lo faremo fino a quando l’amministrazione comunale di Biassono non dimostrerà uno scatto di civiltà, riconoscendo l’esigenza di far parte del Comitato Pietre di inciampo, che ha il compito di preservare la memoria».
A nome della Cisl era presente il segretario generale Monza Brianza Lecco, Mirco Scaccabarozzi con Matteo Casiraghi, segretario Cgil Monza Brianza. «Crediamo sia un dovere istituzionale della prefettura sollecitare tutte le istituzioni locali affinché commemorino il Giorno della memoria così come è previsto dalla legge. Oltretutto la prefettura di Monza, caso unico in Italia, è parte del Comitato provinciale pietre di inciampo, quindi a maggiore ragione ci aspettiamo che intervenga perché anche il Comune di Biassono, che non ha organizzato alcun evento per celebrare il Giorno della memoria, si adegui», hanno commentato.
Alle accuse di voler dimenticare i deportati biassonesi, il borgomastro Luciano Casiraghi ha voluto replicare, spiegando il motivo per cui quest’anno non è stato organizzato alcun evento ufficiale. «Prima della pandemia l’amministrazione ha sempre organizzato iniziative per il 27 gennaio in collaborazione con Anpi. Non c’è nessun rifiuto a voler celebrare questa giornata. Io sono un alpino, e i miei valori sono da sempre la fedeltà alla patria, la solidarietà e il senso del dovere. Il pensiero ai nostri sette concittadini deportati e morti nei campi nazisti rimane intatto, anche se non vengono organizzati eventi pubblici per il Giorno della memoria».