Il Demanio dello Stato cerca partner privati a Monza, Desio e Lesmo

Sono proprietà pubbliche che potrebbero interessare investitori: due villette, un'area edificabile come studentato, l'ex Casa del fascio.
L'area del Demanio a Monza
L’area del Demanio a Monza

b: non hanno nulla in comune, se non appartenere all’Agenzia del demanio, cioè l’ente nazionale che gestisce i beni dello Stato. Le prime due sono a Lesmo, la terza Monza, il quarto a Desio e da alcune ore sono stati selezionati tra i primi 400 immobili che l’Agenzia mette sul mercato non per la vendita, ma per cercare privati interessati a operazione di partenariato con il settore pubblico.

Il progetto si chiama Crea valore, investi con noi  e progetta operazioni di valorizzazione, recupero e rifunzionalizzazione. “Si tratta di una piattaforma digitale contenente una prima selezione di circa 400 immobili distribuiti su tutto il territorio nazionale, rappresentati su una piattaforma cartografica, descritti in funzione della loro possibile destinazione d’uso (culturale-turistico, social/senior housing, residenze universitarie e destinazioni miste) e corredati da schede, immagini e dati sulla tipologia, dimensione, ubicazione e stato manutentivo, grazie ai quali l’investitore può valutare il proprio interesse e, in caso, richiedere ulteriori informazioni e supporto”.

Il Demanio dello Stato e le proprietà in Brianza

L’Agenzia sottolinea che “gli immobili vengono selezionati con l’obiettivo di creare sinergie tra gli interessi degli operatori di mercato, profit e no profit, e l’offerta immobiliare dell’Agenzia, orientando le operazioni verso la valorizzazione e la riqualificazione urbana“.

Lo è di certo nel caso di Monza: si tratta di una fetta dell’area ex IV novembre diventata ora polo istituzionale, che ospita la Provincia, la questura e la prefettura. Lì esiste già un accordo che prevede la costruzione di uno studentato, e infatti di questo si tratta: trovare partner privati per mandare avanti il progetto. Sui 24mila metri quadri, avverte il Demanio, sono infatti previste “residenze per studenti, altre funzioni (mense, attrezzature sportive, sale riunioni, terziario-commerciale)”.

A Desio invece si tratta della ex Casa del fascio, che si trova nella centrale via Matteotti: un edificio costruito nel 1931 con una superficie lorda di 964 metri quadrati, vincolato come bene storico e artistico e che non vede indicate particolari destinazioni d’uso già programmate.

Lo stesso vale per Lesmo: due abitazioni, come detto, la prima delle quali si trova in via Pellico, è una villa con box doppio stata costruita nel 1975, conta su un ampio giardino esterno e ha una superficie lorda di 758 metri quadrati. La seconda, sempre una villa, con box singolo, si trova allo stesso indirizzo e ha una superficie lorda di 265 metri quadrati. Si tratta di due ville sequestrate alla criminalità organizzata all’interno di Lesmo Green, per le quali il Comune aveva ipotizzando l’utilizzo come luogo protetto per donne vittime di violenze, ma aveva poi desistito per i costi di intervento troppo alti.

Il Demanio a Monza, Desio e Lesmo: motore di rigenerazione

Il nostro obiettivo è dare centralità all’utenza”, ha detto il direttore dell’Agenzia del demanio, Alessandra dal Verme. “Nella valorizzazione dell’immobile pubblico, anche attraverso gli investimenti privati, si potrà potenziare la risposta agli obiettivi di sviluppo e ai fabbisogni dei territori. L’alleanza che stiamo stringendo con gli enti del territorio permetterà di dare maggiori certezze agli investimenti anche di lungo periodo. La logica è di accompagnare investitore e territorio nelle opportunità e nell’esigenza di utilizzare gli immobili pubblici per eliminare qualsiasi forma di abbandono e degrado, per dargli nuove funzioni coerenti con il mutato contesto. L’immobile diventa un motore di rigenerazione urbana, il suo riuso risponde al mercato, crea sviluppo, benessere e impatti positivi per la collettività”, spiega il direttore. “Con questa iniziativa sarà possibile individuare modelli di partnership pubblico-privata che permettano di investire su immobili e compendi dello Stato disponibili, da riqualificare, per creare valore economico, sociale, culturale e ambientale sui territori”.

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