Un luglio torrido, le piogge sempre più violente, il clima che fa sempre più spesso danni. E i costi conseguenti. Per inquadrare il problema, la società che gestisce in sistema idrico, BrianzAcque, ha chiesto al climatologo Alessandro Ceppi, ricercatore del Politecnico di Milano, esperto in meteorologia, idrologia e monitoraggio ambientale, una analisi dei fenomeni.
Intanto le evidenze del programma Copernicus climate change service (C3S): luglio si appresta a chiudere al primo posto come il mese più caldo di sempre sul nostro pianeta. “Anche sul territorio brianzolo stiamo vivendo un’estate a due volti: alte temperature fino a 35°C con tassi di umidità elevati si alternano a momenti di violenti nubifragi su diverse aree della Brianza. Sono condizioni meteorologiche estreme che si stanno manifestando sempre più frequentemente sul nostro territorio”.
D’altra parte, aggiunge Ceppi, “è ormai noto come i cambiamenti climatici rendano più probabili gli episodi di pioggia intensa attraverso una maggiore evaporazione dai mari divenuti più caldi, e ad una maggiore capacità dell’aria calda di contenere vapore acqueo, dunque acqua precipitabile. Maggiore vapore acqueo in atmosfera significa più energia in gioco per la formazione di precipitazioni intense. Ed è proprio quello che è successo in questo mese di luglio: un’atmosfera carica di energia, un cocktail con elevati valori termici unito alla presenza di un alto contenuto di vapore acqueo che ha provocato intensi temporali innescati dall’arrivo di aria più fresca da nord-ovest.
Il climatologo: gli eventi principali e le cause
Il climatologo ha analizzato per BrianzAcque tre eventi specifici di luglio, in particolare il giorno 4, 21 e 24, “quando diversi comuni della provincia sono stati colpiti da precipitazioni intense accompagnate da forti raffiche di vento e chicchi di grandine anche di grandi dimensioni”.
L’evento temporalesco del 4 luglio è stato significativo tra i comuni di Briosco e Giussano – si legge nello studio – quando nel giro di 1 ora sono caduti 73.4 e 72 mm (1 mm equivale a 1 litro d’acqua su metro quadro).
L’evento del 21 luglio è stato particolarmente intenso sulla città di Seregno, finendo tra le prime pagine dei giornali e telegiornali nazionali. L’evento è iniziato alle ore 10.30 ed è terminato alle ore 11. In 30 minuti sono caduti 50 mm di precipitazione. I temporali sono partiti da ovest circa un’ora prima con un sistema a multi-cella per unirsi in un’unica super cella temporalesca che ha poi generato anche un tornado nel comune di Cernusco sul Naviglio.
Il climatologo: venti a 100 km/h e downburst
Nello stesso giorno, un nuovo temporale si è abbattuto la sera tra le ore 20 e 21 causando molti disagi su Monza e dintorni dove le precipitazioni (30 mm in 30 minuti) sono state accompagnate da forti raffiche di vento tra 75-95 km/h.Un altro evento intenso è stato quello del 24 luglio quando attorno alle ore 13:45 un violento temporale ha colpito la parte centro-sud della provincia di Monza e Brianza con precipitazioni intense con raffiche di vento fino a 100 km/h e grandine. Nel comune di Agrate si sono registrate precipitazioni fino a 39 mm in 15 minuti.
Tutti questi valori sono tipici di eventi di pioggia che nella normalità si verificano mediamente ogni 75 – 100 anni. Nel resto della provincia il vento ha divelto e spezzato alberi, abbattendoli al suolo. Il fenomeno meteorologico si chiama downburst come illustrato nella figura sottostante e nella sequenza di immagine registrate a Seregno durante l’evento.
I danni apportati dal downburst riguardano una superficie ben più estesa rispetto a quella interessata dal passaggio di un tornado che è un fenomeno più localizzato e caratterizzato da raffiche di vento in rotazione ciclonica. Essendo associato a fenomeni temporaleschi è spesso accompagnato da forti precipitazioni e fulminazioni. Inoltre, l’impatto col suolo crea un improvviso scoppio (da qui l’uso del termine burst). Tali scoppi di vento sono molto dannosi, simili a quelli di una tromba d’aria, in realtà i venti della raffica discendente hanno sempre un moto rettilineo e mai rotatorio.
L’azione meccanica e congiunta di vento forte, pioggia e grandine ha ulteriormente aggravato i danni al suolo con alberi abbattuti (un suolo umido è infatti più instabile rispetto a un suolo secco) e tetti scoperchiati. Un secondo episodio invece ha interessato buona parte della provincia nella sera di lunedì 24 tra le ore 21 e 22 con forti grandinate con chicchi tra 4-8 cm di diametro a seconda delle zone, provocando molti danni ai tetti, panelli fotovoltaici, auto, alla vegetazione, alle colture e un generale blackout elettrico durante la fase critica.